Venerdì
14 novembre 2014
Ciao
Oblò,
da parecchio tempo non scrivo, ma molto volentieri ho deciso
di dedicare del tempo a mettere nero su bianco sensazioni e pensieri che hanno
occupato la mia mente in questo mese trascorso nel reparto La Nave.
Mi presento ai lettori: sono Flavia Sammartino, ho studiato
psicologia e sto svolgendo il mio tirocinio post laurea presso il reparto La
Nave, sito al quarto piano del terzo raggio della Casa Circondariale San
Vittore.
Questo reparto è gestito dall’ASL di Milano (Sert2 Ss
Trattamento Avanzato) che si occupa della cura e del recupero dei detenuti
alcool-tossicodipendenti.
Ho scelto di svolgere il tirocinio alla Nave perchè sono
convinta che l’équipe di questo reparto si occupi del detenuto a 360 gradi,
sostenendolo nel suo percorso verso la liberazione dalla condizione
tossicomanica e l’abbandono della condotta deviante.
Presupposto di fondamentale importanza, secondo il mio
parere, è tenere ben presente che il carcere fa parte della società e per
questo è auspicabile destinare sempre più risorse al recupero di coloro che
hanno commesso degli errori, in quanto l’intera società, in seguito, potrà
beneficiarne.
Dopo essermi presentata veniamo al sodo, perché è proprio ai
partecipanti dell’Oblò che vorrei rivolgere questo pensiero.
Ho atteso con trepidazione l’inizio del mio tirocinio e ora
finalmente eccomi qua, a far parte di un equipaggio che mi dà l’opportunità di
intraprendere un viaggio ricco di scoperte ed esperienze nuove, che mi
aiuteranno a crescere professionalmente e umanamente.
Ogni mattina alle 10:00 in punto inizia la giornata: tutti
insieme ci troviamo per darci il buongiorno e poi via… ognuno, rispettando gli
impegni presi, partecipa alle attività e ai gruppi scelti che permettono,
giorno dopo giorno, di proseguire il percorso iniziato, con l’obiettivo di
trovare la propria “Stella Polare”, guida che indica la giusta direzione da
seguire.
Al lunedì Misure Alternative, attività che permette ad
ognuno di voi di conoscere meglio la propria posizione giuridica e i benefici a
cui ha diritto.
Al martedì il Coro, guidato da professionisti della
Fondazione Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, al quale dedicate
serietà e impegno, pur senza dimenticare di aggiungere momenti scherzosi.
Al mercoledì Genitori e Figli, un gruppo che mi dona ogni
volta sensazioni intense e mi fa riflettere. È un’emozione ascoltarvi mentre
raccontate dei vostri bambini, perché quelle che sento sono parole spontanee e
piene d’amore, unite a formare racconti che fanno gonfiare gli occhi, ma
soprattutto il cuore.
Subito dopo L’Oblò, durante il quale assisto a dibattiti
sugli argomenti più disparati: dal confronto tra cucina del nord e cucina del
sud, ai ricordi che i nostri nonni ci hanno lasciato. A volte le discussioni si
fanno colorite, ma è giusto così; i pensieri e le parole possono essere
espressi liberamente e voi lo fate ogni volta con estrema naturalezza.
Al giovedì Educazione alla salute; c’è chi fa domande, chi
prende appunti e chi semplicemente esprime un’opinione sugli argomenti
trattati, che si rivelano sempre attuali e stimolanti.
Al venerdì l’Accoglienza, momento indispensabile per
conoscere i nuovi giunti con le loro storie e aiutarli ad ambientarsi.
A tal proposito vorrei spendere due parole nei confronti de
i peer support: quattro detenuti scelti dall’équipe tra coloro che si
propongono per tale ruolo e che, dopo aver seguito un’adeguata formazione,
hanno il compito di accogliere in reparto i nuovi arrivati e dar loro un
appoggio nei momenti di bisogno.
Poter contare su qualcuno è rassicurante in un luogo
difficile come il carcere, luogo di deprivazione e smarrimento; proprio per
questo ritengo preziosa ed estremamente utile la presenza di queste figure.
Oltre alle attività appena descritte ve ne sono molte altre
che, purtroppo, non ho ancora avuto modo di seguire: Psicodramma Analitico,
Giocando con le emozioni, Competenze Sociali,…
Questo viaggio alla Nave mi sta insegnando molto; ognuno di
voi ha pregi, difetti e debolezze, celati a volte dietro ad un armatura da
guerrieri: guerrieri che sembrano pronti a tutto, ma che in fondo vivono ogni
giorno le difficoltà della vita carceraria e le incertezze scaturite dal
confronto con se stessi.
Mettersi alla prova non è semplice perché le insidie e le
sconfitte si nascondono dietro l’angolo, pronte a spaventarvi e a farvi cadere,
ma è proprio in quei momenti che dovete dimostrare ciò che valete, dando prova
delle vostre capacità e della perseveranza con la quale cercate di raggiungere
i vostri obiettivi.
Voglio concludere dicendovi che ho iniziato e continuo con
entusiasmo questo viaggio e per questo ringrazio il capitano della Nave (dr.ssa
Bertelli), gli ufficiali (Daniela, Laura, Olga, Barbara, Matilde, Antonio e
Andrea) che vi seguono ogni giorno e voi marinai, che state attraversando un
momento difficile, ma allo stesso tempo ricco di opportunità, per chi di voi
saprà sfruttarle al meglio.
Buon viaggio marinai e ricordate… “anche per chi ha passato
tutta la vita in mare, c’è un’età in cui si sbarca”.
Flavia