martedì 31 gennaio 2012

Suicidio

Nel 2011 le cronache italiane hanno avuto un triste primato di morti in carcere, esattamente i detenuti deceduti sono stati 183, di cui 66 suicidi. Non da ultimo il suicidio di un detenuto di Torino, appartenente alla squadra di rugby La Drola che milita in serie C, interamente composta da detenuti stranieri. Squadra della Casa Circondariale delle "Vallette" (carcere di Torino) . Il giovane romeno, Aurel Codrea, 37enne si è tolto la vita con un lenzuolo poche ore prima del fine anno. Inutile cercarne il motivo: la lontananza dal paese e dalla famiglia, la condizione disagiata del sovraffollamento, le speranze terminate alla lettura della sentenza. Le cause possono essere state una o varie, fatto sta che un altro nostro compagno ha preferito lasciare questa vita che non gli dava più speranza. Un'altro uomo vinto dallo sconforto e dal disagio che purtroppo negli ultimi anni la carcerazione comporta: con le molteplici privazioni della libertà, non  solo fisica interna agli istituti, per il numero elevato dei reclusi con limitatissimi tipi di reinserimento, ma anche psicologica con l'abbandono in celle dove non si ha la possibilità di avere a disposizione neanche lo spazio sufficiente a scendere in due dalla branda. La grave situazione all'interno delle carceri non da meno ha colpito anche gli agenti della Polizia Penitenziaria ed anche tra loro ci sono stati dei rilevanti casi di suicidio. Sembra quasi un bollettino di guerra, ma la realtà è il malessere che si incontra in luoghi come questo. Commento la morte di Aurel e mi rendo conto che anche in questo momento ci può essere un'altro ragazzo vicino a prendere questa malsana decisione e che forse domani leggerò il suo nome su un quotidiano, un nome a me anonimo, ma sarà sempre un ragazzo in più che non ce l'ha fatta a sopportare questa vita che vita non è.
Carlo Bussetti

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