venerdì 6 agosto 2021

I nomadi: un popolo, mille differenze


            Ci sono tanti vari gruppi di nomadi
            Rom, Sinti, Manush, Kales, Jajabar, Jat, Kaolie, Banjara
            anche le lingue e dialetti sono molti:
            Ce romanes che è la mia lingua, 
            Poi ci sono Abruzzese, Po romane, Sinto Gadiano,
            Sinto lombardo, Sinto piemontese e Sintatiles
            tra culture lingue dialetti differenti religioni 
            ci sono nomadi di religione Mussulmana,  Cattolica,
            Ortodossi e testimoni di Geova (Pentecostali).
            Le nostre origini sono situate in India
            e in Pakistan) più di 1000 anni fa,
          

           I primi nomadi sono arrivati nel 1422 e
                      attualmente si contano 130 mila nomadi in Italia.
                      a Milano circa 7.000, in Europa circa dieci milioni
                      e nel mondo 25 milioni.
                      I Rom, pur essendo in larga parte cittadini italiani,
                      costituiscono un gruppo etnico
                      con una propria cultura e lingua.
                      La Chiesa Ortodossa è consapevole della presenza 
                      plurisecolare, sul proprio territorio di questi nomadi
                      e si sentono chiamati ad annunciare
                      la nostra presenza nel mondo
                      E questa è la storia più o meno del nostro popolo 
                      di cui sono fiero di far parte
                    

          AMEN

            

 

Sentirsi liberi

Quando io mi sento libero? Io mi sento libero quando sono felice.

Inizialmente posso pensare che la libertà sia il fare quello che si vuole in qualsivoglia modo, ed è molto vero; purtroppo il problema è che nessuno nasce santo o puro o immacolato e spesso i nostri desideri vanno verso la follia,l’annientamento, cozzano con il desiderio altrui. Allora è necessario imparare a seguire l’ordine naturale delle cose, con creatività, evitare cioè di fare del male e di subirlo, e per fare ciò dobbiamo fare uso incessante della nostra libertà. Quindi per me la libertà è cercare di trovare il meglio, fare la cosa più giusta, così da ritornare a quello stato di perfezione, amore, luce splendente a cui tutti gli uomini chi più chi meno chi meglio chi peggio vorrebbero condursi.

Felicietta Pavel

 

Perché sprecare i doni della Natura?


Fin da bambino la mia mamma mi ha cresciuto informandomi e insegnandomi l’importanza e i valori al riguardo dell’igiene personale, dell’ alimentazione. Ho seguito i loro insegnamenti fino a una certa età, dopodiché mi sono fatto trascinare dagli eventi. Ho iniziato a fare uso di sigarette e spinelli già all’età di 11-12 anni e fin qui sembrava soddisfarmi, poi dopo qualche anno, ho iniziato con l' alcool, perché volevo provare qualcosa di più forte. Durante questo periodo ho comunque cercato di mantenere gli insegnamenti di mia mamma e nonna e di prestare attenzione ad esempio ad avere sempre rapporti sessuali ben protetti, o ancora non appoggiando mai la mia bocca sul bicchiere da cui avevano bevuto altri. Per quanto riguarda l’alimentazione invece, negli ultimi tempi non ho prestato molta attenzione a quello che mangiavo. Quando invece dovrei darmi una regolata, vista la mia età (25). Tuttavia per ora posso ritenermi fortunato rispetto ad altre persone: non ho mai dovuto ricorrere a interventi se non per l’esportazione delle tonsille da bambino e nient’altro. Per questo penso di dover dare una svolta assoluta e generale alla mia vita, finche essa me lo consente: sarebbe un po’ rinascere o meglio  svegliarsi da un  brutto sogno, finalmente. Anzi, vi dirò di più: sono sempre stato un “buon predicatore che razzola male” e alla fine, nonostante dessi buoni consigli a chi mi stava a fianco, ho perseverato nel male . ora invece mi sento pronto a mettere in pratica questi insegnamenti, aiutando anche chi ha veramente bisogno. Questo mi gratificherebbe veramente molto, soprattutto se potessi aiutare chi, come me, ha avuto e ha ancora problemi di tossicodipendenza. Vorrei far capire a tutti che la salute, fisica ma soprattutto mentale, è un dono che Madre Natura ci ha dato: non sciupiamolo! 

WILSON CABRERA

La Libertà

 

 

La libertà per me è una cosa di cui non ci rendiamo conto di avere, fino a quando la si perde.
Fin quando si è liberi e non si ha mai avuto qualche restrizione, non si capisce bene cosa sia la libertà, una delle cose più belle che ci sia. La libertà di esprimersi, di agire, di muoversi, diciamo un po’ di tutto, e quando non si ha una cosa di queste, si sente la dignità sotto ai piedi e le emozioni spente o negative. Per me quando si perde la libertà, si ferma anche un pezzo della vita, anche se, devo dire che fa riflettere molto, un po’ su tutto, cercando di prendere questo tempo per pensare a cosa è stato e a cosa è giusto, e a cosa è stato ed è sbagliato.
Soprattutto per me, che sin quando ero fuori con la mia libertà, pensavo di non essere dipendente, e non avere questo problema, e stare qui oggi la prendo come un esperienza di vita, come un insegnamento che mi potrà portare benefici per il resto della mia vita e percorrere la mia strada senza cadere ancora nelle stesse buche, in fondo basta una notte per cadere, anni per rialzarsi, una vita intera per imparare a stare in piedi!

Michele Luzi 

 

 

Naufrago

 

Naufrago mi sento

su quest’isola d’illusione
che nel mistico pensare
odo solo il fragore dei miei passi.
Libero di sperare
mi legai stretto stretto all’albero maestro,
mentre i canto delle sirene
mi accecava e stordiva.
Mentre la sabbia umida
entra nelle narici,
schiacciandomi lo stomaco
già vuoto da sempre
sento l’anima mia sazia
del respiro che affannoso
emerge dall’inferno scampato.
Naufrago;
Da chi, da cosa:
invisibile geroglifico millenario
che fu:
che mai più sarà:
impregnato di salsedine
porta voci gioie e novità,
per tutto quello che sarà
per ciò che avverrà
per questo naufrago.

SERGIO FINI



Montagna, che passione

Ricordo come fosse oggi il mio primo viaggio che feci con due miei amici d’infanzia, quando partimmo da Milano per recarci in questa grande baita sita a Cortina D’Ampezzo. Fu una vacanza breve ma intensa, dove io e questi due miei amici ci divertimmo a più non posso. Questo paese era ricoperto di neve e si intravedevano negozi di lusso e altrettanti ristoranti dove facemmo molto shopping, ma soprattutto molte abbuffate di pietanze del posto del tipo: brasato, pizzoccheri, polenta con l’osso buco ma in particolare non dimenticherò mai il dolce finale preparato dagli stessi ristoratori.Il giorno seguente fu un qualcosa di divertente avendo noleggiato motoslitte che ci portarono in queste vie di montagne innevate, dove c'erano tantissime baite. Vedemmo giovani come noi con cui facemmo amicizia e insieme a loro, che conoscevano  il posto, visitammo posti e panorami meravigliosi che ancora vivono custoditi dentro al mio cuore. Che dire, ho voluto condividere con il  gruppo questa mia meravigliosa esperienza e dirvi che la montagna è un luogo dove vale la pena andare.

GINO RUGGIERO

La qualità non basta

È ovvio che esistono momenti diversi all’interno di una partita: una cosa è fare dribbling nell’area avversaria e un'altra nella propria dove,s e si perde la palla subisci goal. Ma io dico sempre ai miei compagni, dal centrocampo in su di rischiare. Non mi arrabbio se uno sbaglia. Mi arrabbio se non ci provano. Lo schema è importante. Ma deve essere sempre al servizio della tecnica e della fantasia individuale stoppare, a fare passaggi corti e lunghi, tirare al volo, saltare di testa, sono la base; aggiungere tattica e la preparazione atletica è importante, i difensori che non sanno affrontare e marcare l’avversario perché nessuno gli ha mai insegnato a posizionare il corpo, o attaccanti che hanno una giocata sola per superare i difensori perché non si sono mai esercitati nel dribbling. In sintesi, ci si riempie la bocca con i concetti di intensità e calcio in velocità, ma riesci a svilupparli, solo se hai la tecnica di base, se non sai stoppare la palla, se non la tieni attaccata ai piedi, la velocità dell’azione te la scordi. La qualità individuale può farti vincere qualche partita, ma se non sei super allenato, se non ti applichi, se non c’è gioco a sostenerti, allora non vinci.

 JOVANOVIKJ GIONATAN

Un percorso di guarigione

Ieri sera mi sono messo a scrivere facendo delle riflessioni qui sulla Nave. Per quanto breve sia stato il mio percorso e rivedendomi da quando sono salito a bordo fino a questo momento, con molta modestia mi vedo cambiato in meglio, più lucido e sempre più convinto di riprendermi in mano la vita, più sana ed equilibrata, consapevole che ci vorrà del tempo e, un passo alla volta devo farcela, in primo per la mia persona e per la gioia più grande che la vita mi ha regalato: mia figlia. Mi trovo molto bene e molto a mio agio nei gruppi con la dottoressa Bertelli che mi mette molto a mio agio e mi stimola molto a imparare a guardarmi dentro e a lavorare su me stesso e le mie fragilità, aprendomi a nuove emozioni. Non che prima non ne avessi, ma si erano congelate, a causa della vita dissoluta e di eccessi che vivevo. Mi rendo conto che sono all’inizio di un percorso che non sarà breve ma che sto affrontando con tutti i buoni propositi dimostrando a me stesso e a nessun altro che posso migliorarmi come uomo.  Un passo alla volta ce la farò

Grazie per questa opportunità che mi state dando, sempre più certo di averne bisogno, grazie ancora.

ENZO BONO

"Papà"


Ultimamente non so stare senza la famiglia che mi sono creato con il tempo. Mi ricordo delle prime volte che la mia compagna mi ha fatto conoscere il piccolino, lei era un passo enorme ma la cosa bella è che non li ho delusi, ce l’ho messa veramente tutta anche se era la mia prima esperienza. Non lo nego era veramente tosta la responsabilità dei bambini ma sembrava fossi portato a fare il padre di famiglia pure se non ho mai avuto un padre presente da cui prendere spunti. Ma la cosa più bella della mia vita è che Chry dopo  tanta strada mi ha chiamato papà, quel giorno non me lo scorderò mai, mi sono sentito l’uomo più felice del mondo: lì ho capito il valore della famiglia

AOUAM BRAHIM

Essere padre in prigione


Oggi è uno di quei giorni molto pensierosi e a me fa bene scrivere qualcosa riguardo a quel che mi passa per la testa. Come tutti i giorni i miei primi pensieri sono rivolti ai miei due figli che purtroppo non posso vedere e neanche sentire, cosa che mi dà molta sofferenza e tristezza. 
Questa carcerazione è un po’ diversa dalle carcerazioni che ho scontato in passato, a parte i 3 mesi che ho passato al carcere di Bollate nel 2013, era dal 2006 che non entravo in carcere. Tutte le carcerazioni precedenti “che non sono poche” le ho trascorse senza avere figli, non ero padre e adesso che lo sono ho una sofferenza in più avendo due figlie che mi aspettano fuori e mi sento molto in colpa per non essere vicino a loro.
La vita è proprio imprevedibile. Pensavo di aver dato una svolta alla mia vita. Nel 2007 riuscii a smettere di drogarmi e di conseguenza cambiai stile di vita lavorando e svolgendo una vita che rientrava nella normalità. Ho avuto due relazioni molto importanti con due donne.
La prima con Alessandra che è durata quattro anni convivendoci, la seconda e la più importante, con Teresa che è la mamma delle mie figlie. Sono rimasto pulito dalle sostanze per 11 anni e con Teresa ho convissuto per 7 anni circa, dopo la separazione con lei e di conseguenza con i miei figli, non ho retto la situazione che si è creata e mi sono trovato nuovamente a vivere da solo. Ho perso anche il lavoro perché non mi era stato rinnovato il contratto e purtroppo senza neanche rendermene conto, sono ricaduto nel drogarmi prima con l’alcool e poco dopo pure con cocaina ed eroina. In un attimo mi sono ritrovato nello stesso punto che avevo lasciato 11 anni prima e ovviamente ho ripreso lo stile di vita che mi ha portato a delinquere ancora, così da farmi arrestare.
Ho già preso una condanna in primo grado di 7 anni e 2 mesi e spero che in appello la riducano. Tra qualche giorno avrò un'altra udienza per la gestione genitoriale, chissà come andrà. Mi sento di aggiungere che Alberto si rialzerà e riprenderà il suo cammino sano che ha portato avanti per 11 anni e aggiungo: “ Signore concedimi di accettare le cose che non posso cambiare, la forza di cambiare quelle che posso e la saggezza di riconoscerne la differenza”

Alberto Sondo