giovedì 2 marzo 2017

Lettere ai detenuti

Come ogni mese in collaborazione con l'associazione Valeria, che gestisce un percorso alla legalità alle classi  delle scuole superiori , anche questo  Gennaio  sono venuti a trovarci gli studenti della classe IV dal Collegio San Carlo. Tornati a scuola dopo una riflessione sulla visita hanno scritto delle lettere ai marinai.
Con piacere riportiamo quattro lettere.

 
Carissimi,

non so se vi ricordate di me, sono un'alunna del Collegio San Carlo. Quando sono entrata nel
carcere, non lo nego, avevo molta paura, stavo attaccata a un mio amico come una calamita. Però,
quando ho iniziato a parlare con voi mi sono sentita a mio agio. Avevo molte cose da chiedervi, ma
avevo un blocco, non riuscivo a parlare. Ho passato delle ore molto piacevoli con voi, ciò che ho
apprezzato di più è stato il modo in cui ci avete parlato, con tanta spontaneità, naturalezza. La cosa
che mi mette più tristezza è che voi, usciti dal carcere, potreste rischiare di essere 'etichettati' da
parte di qualcuno, per uno sbaglio, ma tutti devono avere un'altra possibilità.
Adesso mi sento più vicina a questo vostro mondo... se prima non riuscivo a capire, anzi non
potevo capire la vita di un essere umano privo della sua libertà, ora la posso immaginare, posso
ricordandomi di voi e parlando di voi alle persone che conosco, familiari, amici, posso aiutare
anche gli altri a rimuovere questi etichettamenti, questi pregiudizi che quasi tutta la società ha.
Siamo tutti uguali e tutti possono sbagliare. Se vi sto scrivendo è proprio per ringraziarvi di quanto,
nel vostro piccolo, avete fatto: ci avete aiutati a capire quali siano i veri valori della vita, la libertà e
la felicità, o meglio, che la stessa felicità è una forma di libertà. Tutto parte da noi.
A parer mio, a noi studenti, a volte lamentosi, apatici, pigri, la passione che ci avete trasmesso è
stata da stimolo e da esempio.
Ancora grazie per averci permesso di conoscervi, Emma
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Carissimi ragazzi

Dovete sapere che l’esperienza che ho vissuto è stata davvero bellissima, conoscervi è stato una
bella emozione, una delle più grandi della mai vita.
Scambiare opinioni, chiacchierare, dialogare con voi per più di un’ora mi ha davvero aperto gli
occhi, mi ha fatto capire che è inutile etichettare o avere giudizi affrettati sulle persone perché
siamo tutti uguali, esseri umani, che sbagliano. Voi non siete diversi da me, non siete dei mostri,
anzi siete molto meglio di molte persone che non sono lì dentro con voi. Durante l’incontro mi
avete trasmesso una grandissima forza di volontà perché volete cambiare, volete seppellire il
passato e riiniziare una nuova vita. Ho davvero una grande stima nei vostri confronti, per il vostro
impegno, spero vivamente di rincontrarvi un giorno magari sull’autobus, spingendo un carrello del
supermercato o facendo una passeggiata con il cane.
Vi ringrazio col cuore per la vostra ospitalità e per la grande lezione di vita che mi avete trasmesso.
Un grande saluto! Federico
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Carissimi,

parto dal fatto che vi volevo nuovamente ringraziare per la vostra disponibilità e cortesia. Volevo
inoltre rendervi partecipi della grande importanza che questa esperienza ha avuto per me; è stata
un’esperienza estremamente toccante e costruttiva perché non è usuale poter avere l’opportunità
di entrare in un carcere e di parlare con dei detenuti. Normalmente l’unico modo per conoscere
questa realtà è attraverso film e/o documentari ma grazie a questa esperienza ho avuto
l’opportunità di constatare che non tutto quello che pensavo e che vedevo era come nella realtà.
Sono entrata in carcere carica di pregiudizi, che penso peraltro siano inevitabili e, devo dire, anche
con un po’ di timore misto a curiosità ma ne sono uscita con un’impressione positiva e
sicuramente molto differente da quella che avevo inizialmente. Quando sono salita al piano dove vi
ho incontrato, per un momento il mio cuore ha battuto fortissimo e quasi mi mancava il fiato
perché mi sentivo “diversa” ma, una volta entrata nella stanza dell’incontro un po’ di quel
sentimento, di quelle emozioni sono scomparse e, quando avete iniziato a parlarci e a raccontarci
mi sono improvvisamente sentita a mio agio. Tutto questo per dirvi che mi sono sentita accolta e
che, grazie alle vostre parole mi sono accorta che la gente (io compresa) giudica spesso attraverso
pregiudizi e stereotipi e questo è sbagliatissimo perché tutti possono sbagliare ed è per questo che
ammiro tantissimo la vostra determinazione nel cercare in tutti i modi di riscattarvi (non è facile e
non è da tutti!). Una volta tornata a casa, la sera ho ripensato a tutta questa giornata e mi sono
messa a piangere…. non ne so il vero motivo ma mi sono ripromessa di non giudicare mai più
nessuno per i suoi errori perché ripeto, tutti possono sbagliare ma l’importante è capire il proprio
errore e cercare di riscattarlo. Nessuno mai dovrebbe essere etichettato con l’appellativo
“criminale” perché io in voi ho visto molto altro e per questo mi scuso perché io per prima l’ho
fatto e in principio vi ho guardato con pregiudizio. Vi auguro il meglio e spero che possiate
realizzare tutti i vostri progetti e i vostri sogni perché non è mai troppo tardi per cambiare!!! Non
mollate: state facendo un percorso che vi porterà alla felicità, quella autentica! “Cercate la felicità.
Ce l’hanno data a tutti noi ma era un regalo così bello da averlo nascosto e molti di noi non si
ricordano dove l’hanno messa. Mettete tutto all’aria. C’è la felicità, è lì! E anche se lei si dimentica
di noi, noi non dobbiamo mai dimenticarci di lei” (Roberto Benigni). Grazie di tutto e buona
fortuna, con tutto il cuore!! Ludovica
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Carissimi “ragazzi”,

Ci tenevo innanzitutto a ringraziarvi per l’esperienza che mi avete fatto vivere, e per i molti
insegnamenti che ho potuto apprendere.
Prima dell'entrata in carcere, se devo dire la verità, il mio stato d'animo era un misto tra la paura e
l'angoscia di conoscere dei carcerati, l'idea di entrare in un luogo dove venivano detenute persone
che avevano commesso crimini. Si può immediatamente notare come il mio stato d'animo fosse
guidato dal pregiudizio e dal timore di qualcosa che non conoscevo.
Dopo questa esperienza sono uscita dall'incontro molto arricchita, innanzitutto superati i pregiudizi
grazie alle vostre bellissime testimonianze e la vostra forza di volontà di seppellire il passato e
inoltre sono uscita con un valore aggiunto, ovvero quello della famiglia, voi mi avete insegnato che
anche nelle situazioni di difficoltà e di lontananza la famiglia ricopre un ruolo fondamentale
all'interno della vostra quotidianità.
In conclusione volevo ringraziarvi per esservi così aperti con noi e per averci mostrato quale
coraggio occorra tutti giorni per affrontare la vita in carcere e per cercare di riscattarvi agli occhi
della società e soprattutto delle vostre famiglie.
Un caro saluto, Sara

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