martedì 26 maggio 2020

La Nave e il Bullone

La prima volta che erano venuti a trovarci su alla Nave, ormai due anni fa, è stata una esperienza che definire intensa sarebbe limitativo. La seconda volta, qualche settimana prima che scoppiasse l’emergenza Covid, è stata la conferma di un rapporto profondo. Loro sono i ragazzi e i volontari del Bullone, mensile guidato dal giornalista Giancarlo Perego e realizzato dai “B.Livers”. E’ questo il nome che hanno dato a se stessi i protagonisti del progetto B.Live", incastro di parole che contiene al suo interno e nello stesso tempo i concetti di “Essere, Vivere, Credere”. Loro sono giovani affetti da patologie croniche gravi, provenienti da diversi ospedali di Milano e della Lombardia. Motore iniziale del progetto, partito nel 2012, è stata la Fondazione Near Onlus che “attraverso il coinvolgimento e l’inclusione lavorativa di ragazzi che hanno vissuto o vivono ancora il percorso della malattia promuove la responsabilità sociale di individui, organizzazioni e aziende”. 
Quando li abbiamo conosciuti ci siamo resi conto immediatamente, fatte le debite proporzioni, di almeno alcuni punti di forte contatto tra l’atteggiamento loro e quello che anche noi ospiti del reparto La Nave cerchiamo di mettere in pratica qui a San Vittore: sforzarsi di non piangersi addosso e impegnarsi nella costruzione di un percorso di amore per la vita, a maggior ragione quando la vita ti mette davanti sfide durissime da affrontare. Come le malattie gravissime, la dipendenza da sostanze, la detenzione.
Anche Il Bullone, il giornale dei B,Livers, ha parecchio in comune con il nostro mensile L’Oblò: a partire dalla volontà di “generare un nuovo punto di vista – come si legge nel loro sito - che vada oltre il pregiudizio e i tabù verso uno sviluppo sociale, ambientale ed economico sostenibile”. Il Bullone è 
un giornale, un sito e un canale social, i cui contenuti sono realizzati insieme da studenti, volontari e professionisti per “Pensare, Fare, Far Pensare”.


LETTERE PER I RAGAZZI DEL BULLONE

Milano, La Nave
Ciao carissimi amici del Bullone, scrivo queste due righe per voi. 
Volevo esprimere il mio affetto per tutti voi che siete venuti alla Nave e ci avete spiegato con molta simpatia i problemi che affrontate tutti i giorni. Io sono un marinaio della Nave, e ci siamo incontrati una sola volta, ma avete colpito nel cuore tutti noi con le vostre spiegazioni riguardo a come affrontate ogni giorno la vita.
Posso dire con tutta sincerità che le vostre parole ci hanno trasmesso molte emozioni, ci hanno dato molta carica per affrontare con più coraggio e più forza le nostre condanne, e per fare fronte in modo più consapevole alla vita e ai problemi che ci troviamo di giorno in giorno, sia dentro il carcere sia fuori da queste mura. Voi ragazzi e ragazze del Bullone siete persone forti, e date molta speranza e forza a chi vi sta vicino. Questa personalità non è da tutti, ma voi ce l’avete, ed è molto importante.
Siate sempre più forti, e vi auguro con tutto il cuore le cose più belle che la vita possa offrirvi.
Un grande abbraccio a tutti gli Amici del Bullone.
Stefano 


 Milano, La Nave
Ciao ragazzi, come state? 
Mi chiamo Massimo e ho sentito molto parlare di voi. Io purtroppo non ero alla Nave in occasione della vostra visita, ma grazie ai racconti dei miei compagni sulla giornata trascorsa insieme a voi, è come se ci fossi stato anch’io. Mi hanno raccontato di come l’incontro sia stato pieno di reciproche affinità, e di come abbiate trasmesso forza, coraggio e speranza. Quando raccontano di quella giornata, nei loro occhi si accende una luce viva di ottimismo, e questo grazie a voi e alla vostra amicizia nata quel giorno. Vorrei raccontarvi com’è nata una mia amicizia. Quando sta cominciando un’amicizia, non ce ne accorgiamo subito. Il varco sotto cui ci chiamano per passare ed uscire dalla stanza della solitudine, neppure lo vediamo. Solo dopo, solo dopo qualche tempo, quando siamo già passati sotto quel varco, scopriamo di essere altrove, di non essere più soli. Un viaggio, un percorso notturno, alcune parole scambiate in quella porzione di tempo in ogni cosa prende una forma inattesa, quando il giorno, al cospetto della notte, ha preferito dileguarsi come se si fosse sentito inadeguato di fronte a ciò che stava per accadere. 
Una complicità, un gesto condiviso, un’infrazione delle regole o di un patto stretto precedentemente con qualcuno. A innescare l’amicizia, alle volte, è proprio una fuga in macchina quando la notte si è già fatta avanti.
Ora vi saluto e spero un giorno di conoscervi di persona.
Buon viaggio                                                                                                                                         Pura vida

Max


Milano, La Nave
Ciao ragazzi, mi chiamo Kevin. 
Mi hanno parlato molto bene di voi, mi avrebbe fatto tanto piacere conoscervi, perché durante la vostra visita alla Nave io non c’ero. Mi hanno raccontato che durante quella giornata si è creata una bella amicizia, e spero che un giorno possa conoscervi di persona, mi farebbe tanto piacere.
Mi auguro che voi stiate bene e che la vita vi sorrida al più presto, e lo auguro anche per me.
So che voi ce la mettete tutta, e la vostra forza mi fa andare avanti nel modo più positivo possibile. Malgrado la situazione di restrizioni e la pandemia che tutti stiamo vivendo, cerco di trascorrere le mie giornate pensando ogni tanto a voi, perché per quello che mi hanno raccontato, mi date una spinta positiva…
Vi auguro tanta fortuna.
A presto amici.
Kevin


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