Il mio ricordo più bello e anche l’ultimo, fino adesso, è sempre presente nella mia mente.
Era il 14 dicembre 2020, una giornata d’inverno molto fredda e cupa, dal cielo grigio. A rendere quella giornata luminosa e calorosa ci pensarono i miei famigliari, soprattutto le mie due piccole principesse, le mie sorelle, che al momento del mio risveglio mi inondarono di baci e abbracci e tantissimi auguri di buon compleanno. Sì, dopo svariati anni di lontananza dai miei cari, finalmente mi trovavo a casa agli arresti domiciliari.
Passammo una bellissima giornata assieme, allestendo la sala con palloncini colorati, stelle filanti e carta dorata, tutto fatto a regola d’arte. Verso il pomeriggio tutti in cucina a preparare la cena. Io ero lo chef con altri tre aiutanti cuochi: mia mamma e le due principesse; ci siamo divertiti un mondo. Intorno alle otto era tutto pronto. C’era un’atmosfera bellissima, piena di gente, tutta colorata dagli addobbi e nell’aria si respirava un profumo buonissimo fatto di gioia e felicità. C’erano persone che parlavano tra di loro, chi cantava al karaoke e ballava nello stesso tempo. A una certa ora, dopo aver scartato tutti i regali che avevo ricevuto, si spense la luce e tutti cominciarono a cantare: tanti auguri a te….. Mentre tutti cantavano, vidi arrivare il regalo più bello, le due principesse con una torta enorme in mano di tre piani con sopra stampata la mia foto, e le candeline di color azzurro e bianco che rappresentavano il numero trenta. Al momento di spegnere le candeline, prima di farlo espressi un desiderio che tuttora mi anima: stare vicino alla mia famiglia il più possibile.
Hoxha Erald
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