Scrivendo di questo anno, ho ripercorso ogni singola esperienza, e forse è inutile dire che mi sono commossa, mi sono commossa per un tempo che mi ha vista crescere, mi ha vista cambiare e a volte far fatica. Ancora ricordo il primo giorno, tra la paura di non essere capace e le domande su come sarei stata vista, ai dubbi e alle incertezze che riempivano la testa in quei giorni. Da subito però, quando sono entrata in reparto, ho sentito di essere accolta in quella che - nella sua strana forma - sembra essere una vera e propria famiglia, e di questo ve ne sarò sempre grata. La prima volta che sono entrata qui mi ha sorpreso, o meglio mi avete sorpresa, con la vostra energia travolgente e l’entusiasmo che ho sentito, e che vi auguro di non perdere mai.
Pian piano poi ho avuto modo di conoscervi e di conoscere ogni storia, ogni sfumatura, ogni vostro dettaglio. Mi avete fatto imparare che forza può avere raccontarsi, anche quando è l’ultima cosa di cui abbiamo voglia, anche quando ci sembra impossibile. Mi avete insegnato come mostrare una propria debolezza o una ferita ci renda più forti e ci faccia crescere sempre un po’ di più. Vi ringrazio di avermi permesso di conoscervi e di aver condiviso con me parti importanti delle vostre vite.
Mi avete fatta pensare, mettere in dubbio convinzioni di una vita e sicuramente fatta rimettere in gioco, ogni giorno. Mi avete fatta emozionare tante volte e insegnato che si può essere altro, che non è mai troppo tardi per cambiare. Mi avete fatta ridere e, forse la cosa più importante, mangiare molto.
E anche quando non ero qua, vi ho sentiti vicini.
Cercherò di catturare e di portare con me ogni momento, ogni sguardo, ogni racconto, ogni storia; certa che in queste mura rimarrà sempre custodita ogni cosa.
Vi ringrazio di aver condiviso con me un pezzo del vostro percorso e vi auguro di continuare a camminare, di avere la forza di andare avanti, anche quando tutto sembrerà in salita.
Grazie di cuore, Marinai!
Con affetto, Lucia
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