lunedì 17 settembre 2007

Diritto all'oblio

Alcuni giorni fa, zappingando come al solito tra i canali televisivi, mi sono imbattuto in un’interessante trasmissione in cui si discuteva a proposito di tutela della privacy nell’ambito giudiziario. Il confronto si svolgeva tra un noto avvocato penalista milanese ed un altrettanto celebre giornalista appartenente alla schiera dei cosiddetti “girotondini”. In realtà i due interlocutori, pur sostenendo ragioni e opinioni diverse, mantenevano i toni della discussione entro i limiti di una civile reciproca tolleranza e perciò anche gli spettatori sono riusciti a seguire il filo dei ragionamenti e magari a farsi un’opinione a proposito. Partendo dall’innegabile dato statistico che si riferisce ad un certo numero di Parlamentari cronicamente più o meno coinvolti in vicende giudiziarie che, secondo alcuni (me compreso) dovrebbero fare un passo indietro e dimettersi quando partecipano a qualsiasi livello alla gestione del potere. Si sono poi affrontati temi come l’altrettanto fondamentale diritto di ogni individuo alla tutela della propria vita privata, anche nel caso in cui venisse accertata la responsabilità con relativa condanna penale dovrebbe prevalere una sorta di rispetto verso la persona che potremmo chiamare diritto all’oblio. Al riguardo possiamo esprimere il nostro punto di vista poiché ci sentiamo chiamati in causa da meccanici pregiudizi che ostacolano in maniera rilevante il nostro reinserimento sociale. Molti di noi sono consapevoli di essere stati protagonisti in negativo di fatti cronaci spiacevoli, magari un po’ enfatizzati dalle cronache di giornali e mass media vari ma, soprattutto a distanza di anni e dopo aver scontato condanne pesanti, il desiderio e la necessità di essere dimenticati rappresenta il punto di partenza per tentare di ricostruirsi una vita normale e dignitosa. Per questa ragione rivendichiamo il nostro “diritto all’oblio” condizione e passaggio irrinunciabile per chi dopo aver subito il distacco forzato dalla società, non aspira ne si candida a partecipare a reality show o giochetti televisivi milionari. Comunque ciò che a me interessa ribadire è il concetto che troppe volte ci si dimentica che dietro a qualsiasi ipotesi di reato o crimine consumato ci sono sempre persone che, a prescindere, rimangono degli esseri umani con degli affetti ed una sfera privata che nessuno a il diritto di violare.

Alberto Oldrini

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