martedì 13 dicembre 2011

Don Giovanni a S. Vittore

Serata mondana a S. Vittore con il Don Giovanni di Mozart. Lodevole iniziativa partita dal Comune di Milano. In alcune piazze, centri sociali e culturali, cinema della città e nelle carceri di Bollate e S. Vittore c'è stata la visione, in diretta con la Scala di Milano, dell'opera in due atti del Don Giovanni di Mozart. Decine di detenuti hanno avuto la possibilità di avvicinarsi a un mondo sconosciuto o quasi, quello dell'opera. Alla rotonda - centro strategico della struttura di S. Vittore - e nel reparto femminile, i lavoranti del carcere hanno allestito un maxischermo ed hanno disposto numerose sedie per dar modo a tutti i reclusi, interessati a vedere tale magnificenza, di poter assistere a un "don" che non appartenesse a qualche associazione. La presenza dei detenuti è stata numerosa e attenta. A fianco della direttrice del carcere dott.ssa Gloria Manzelli, oltre ad alti esponenti della Sorveglianza, c'erano alcune rappresentanze esterne, tra cui l'Assessore alle Politiche Sociali dott. Majorino, il quale nel suo discorso di chiusura ha espresso che anche i detenuti del carcere di S. Vittore fanno parte della città e come tali hanno diritto di assistere a un evento di primaria importanza dell'ambito sociale ambrosiano. Inutile ribadire la bellezza di tale opera, la quale ha richiamato la totale partecipazione emotiva di tutti.
Abituati a rumori di chiavi che girano e al vociare continuo delle sezioni, al solo udire l'accordare degli strumenti ci si è ritrovati in un mondo nuovo che immediatamente è esploso con l'ouverture, diretta dal maestro Daniel Barenboim.
Questa edizione del Don Giovanni è stata diretta dal regista e giramondo Robert Carsen, il quale ha miscelato costumi e usi dell'epoca e moderni, giocando con il concetto del tempo. Una scenografia innovativa fatta di enormi specchi e pannelli a vista da cui si aprivano finestre e porte dalle quali apparivano comparse e attori, a volte nel bel mezzo della platea, intonando coinvolgenti musiche. Don Giovanni, gli innamorati Masetto e Zerlina, il servitore Leporello, donna Elvira, donna Anna, don Ottavio e altri personaggi si sono alternati incantando con la loro voce i presenti che, partecipi a melodie come ... Noi ci darem la mano ... Vorrei, ma non vorrei, hanno seguito attentamente l'evolversi dell'opera. Il fantastico gioco di specchi ha dato quel tocco delicato di stillata energia necessaria a rinfrescare le menti nei momenti di stanchezza. Una delle stravaganze dell'opera è stato vedere una delle conquiste del Don Giovanni alzarsi completamente nuda dal talamo e correre dietro le quinte! L'opera termina con la morte del grande seduttore trafitto dalla spada del fantasma del padre di donna Anna, per riapparire beffardo fumando una sigaretta, mentre i protagonisti sprofondano anch'essi all'inferno.
Ritengo sia stata veramente una grande iniziativa portare un'opera così importante all'interno di S. Vittore e di questo dobbiamo ringraziare le persone che credono che il carcere non debba essere solo punitivo e che anche in un luogo di sofferenza ci siano persone con un animo capace di apprezzare una novità di così grande levatura riprodotta in un si tal contesto.
Carlo Bussetti

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