mercoledì 11 aprile 2018

PASQUA 2018

Pasqua in ebraico significa passaggio e si, è un vero e proprio passaggio. Quest'anno l'ho vissuta in carcere ed è stata particolarmente sentita dalla mia persona in quanto cristiano e praticante. Il passaggio dalla libertà alla carcerazione, d'altronde meritata, è il segnale che ci sarebbe stato un profondo cambiamento come uomo e nel proporsi agli altri. Proprio ieri, parlando con un compagno, si discuteva della presa di coscienza di ognuno di noi nell'accettare il problema come presente senza piangersi addosso e sapendo che la strada è lunga e in salita ma siamo anche sicuri di essere forti per affrontarla. La Pasqua in carcere, come del resto il Natale, è stata vissuta con pranzi, cene, torte, risate e momenti di tristezza che però, vista la compagnia, sono scivolati via senza lasciare strascichi, uno vicino all'altro, uniti dal contesto ma decisi a puntare l'obiettivo. La passione di Cristo, carcerato, torturato e morto in croce per ognuno di noi, mi da la forza per andare avanti, pur sofferente, avendolo vicino. Grazie a tutti.
Tiziano S.

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