Oggi all'interno del reparto La Nave di San Vittore è avvenuto un incontro tra "L'Oblò" e "Il Bullone", giornale mensile di ragazzi affetti da malattie croniche, tumori, studenti e volontari.
Questi ragazzi ci hanno regalato il loro tempo e raccontato le loro esperienze private, toccanti. Grazie a questo, anche alcuni detenuti sono riusciti ad aprirsi, raccontando a loro volta di sè.
Sono stati toccati molti argomenti, come ad esempio quello della privazione della libertà e della salute, punti che per certi versi possono risultare comuni ai soggetti coinvolti oggi.
Ne è emerso, anche, che è importante volersi bene, smettere di provare rabbia nei confronti di se stessi e degli altri ma aprirsi in modo tale che si possa co-costruire un "mondo migliore".
2 commenti:
Sottoscrivo. L'incontro alla Nave con i ragazzi del giornale "Il Bullone" è stato davvero molto bello. Questi ragazzi ancora gravemente malati, o comunque passati attraverso esperienze pesanti di malattia e cure, hanno raccontato con molta intelligenza che cosa significa trovarsi ad affrontare ostacoli, e l'hanno fatto con il sorriso. I detenuti della Nave hanno dato una bella prova dei risultati ottenuti con l'impegno quotidiano, nel senso che hanno preso la parola e raccontato a cuore aperto la battaglia per liberarsi dalla dipendenza e la solidarietà attiva fra di loro. Giancarlo Perego, direttore del Bullone, ha assicurato che i detenuti della Nave, una volta liberi, troveranno porte aperte nella loro redazione per continuare questo dialogo. E direi che questa è una promessa importante, da non dimenticare.
Fabrizio
Ero presente. È stata un esperienza incredibile. Nell'assoluta drammaticità del contesto, ho sentito qualcosa di molto bello, di molto profondo. La scintilla innescata da due realtà molto complesse che si sono incontrate ha brillato per tutta la giornata ed ancora, a distanza ormai di giorni, la sento ancora forte e viva.
Ho avuto modo di conoscere questa realtà che è la "Nave" che mi ha stimolato a conoscere, capire ed approfondire le persone, le storie, le vite che la popolano.
È qualcosa che non si può dimenticare. È qualcosa che dovrebbero fare tutti: entrare nelle realtà complesse e cercare di capire.
Grazie ad "Il Bullone" e a "L'Oblò" per la meravigliosa opportunità.
Pasquale
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