lunedì 9 dicembre 2019

Edoardo scrive, i marinai rispondono.

Cari marinai, mi chiamo Edoardo e ho diciotto anni.
Sono venuto a San vittore il 21 Ottobre e ho passato una delle giornate più interessanti della mia vita fino ad ora. Ho provato tantissime emozioni diverse, davvero difficili da spiegare, penso che non a tutti capita di ritrovarsi in una stanza di pernottamento dentro San Vittore con tre marinai. Beh… a me è capitato e ricorderò quel momento per sempre. Tornato a casa da scuola, mi son messo a leggere, leggere fino alla notte. Ho letto l’Oblò che ci avevate regalato, poi sono andato sul vostro blog, e ne ho letti altri cinque. Ho passato il pomeriggio e la sera a leggere le vostre storie, a immedesimarmi in voi, tra commozione e risate di qualche storia divertente. Da “grande” non mi vedo in giacca e cravatta a lavorare dietro un computer per otto ore come una macchina, e non ho mai avuto un’idea di cosa fare dopo il liceo. Anzi si… volevo fare il calciatore, avevo una possibilità di giocare nel Inter ma non l’ho mai presa in considerazione ed è stato il mio più grande errore. Però sono sempre stato incuriosito da una cosa: la criminalità. Sembra brutto da dire ma è vero. Vorrei incominciare a studiare per diventare un criminologo o uno psicologo. Insomma, se non avessi mai partecipato a questa esperienza avrei avuto le idee molto meno chiare. Ho avuto una sensazione fastidiosa quando mi hanno chiuso le porte dietro le spalle, ma non avevo paura di incontrarvi, ho un gran rispetto per voi. Penso che voi abbiate un enorme coraggio. C’è chi viene arrestato e non fa nulla per riscattarsi, ma voi non siete solamente saliti di qualche piano al terzo raggio ma avete messo in gioco voi stessi e questo vi fa onore. Con le dipendenze non si scherza, non è facile riscattarsi. Per me è stata una giornata importante, vi ho pensato per giorni, ho pensato alle parole che ci avete detto, ho pensato alla vostra voglia di mettervi in gioco, ho pensato anche alle emozioni che vedevo su alcuni volti, qualche lacrima che ho visto. Quello che è successo a voi sarebbe potuto capitare a chiunque e non tutti sarebbero stati capaci di mettersi in gioco come state facendo voi. Questo è quello che le persone devono capire. Volevo ringraziarvi per la vostra ospitalità e per averci raccontato un po’ di voi. Porterò con me questo giorno per il resto della mia vita e conserverò l’Oblò per molto tempo. Andare a prenderlo in un negozio non ha lo stesso valore di averlo avuto direttamente da voi. Pensare che potreste leggere questa lettera mi riempie di emozioni. 
Avanti marinai io credo in voi. Non lasciate che niente e nessuno si possa intromettere tra voi e il vostro obiettivo. Ricordate che tutto è possibile. Onore a voi marinai e buona navigazione.
LA RISPOSTA DEI MARINAI.
Ciao Edoardo,
abbiamo letto con piacere il tuo scritto e ci ricordiamo di te perché la dott.ssa Formigoni – della nostra equipe di trattamento – ti aveva nominato più volte durante l’incontro nella nostra biblioteca. Ci fa piacere sapere che siamo riusciti a lasciarti qualcosa di positivo e che ti sia servito, in qualche modo, ad avere le idee più chiare per il tuo futuro. Il carcere è un non luogo, ma se non ci si lascia andare e se ci si prefigge degli obiettivi può diventare un punto di ripartenza. Qui s’incontrano le culture più svariate e persone di ogni estrazione sociale. L’importante è, come tu stesso scrivi, rimettersi in gioco senza subire passivamente la detenzione e, in una realtà come il nostro reparto, questo è possibile. Siamo contenti di averti trasmesso sane emozioni e un po’ del nostro quotidiano. I nostri migliori auguri per il tuo futuro, Edoardo.
DN - SP

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