mercoledì 22 gennaio 2020

Da San Vittore ai campi di sterminio: storie di eroi.

Il 15 gennaio 2020 è stata posata davanti all’ingresso della Casa Circondariale di Milano, in piazza Filangieri 2, una Pietra d’Inciampo in memoria dell’agente di custodia Andrea Schivo, originario di Villanova d’Alba, che prestava servizio a San Vittore nel 1944 quando il 5° reparto era gestito dalle SS. Lì erano rinchiusi tutti coloro in attesa di essere deportati in Germania. Durante una perquisizione, i tedeschi trovarono delle ossa di pollo in un cellone al 3° piano e scoprirono che era stato l’agente Schivo a portare del cibo a Clara Pirani Cardosi, maestra elementare di origine ebrea, arrestata il 12 maggio 1944 a Gallarate, trasferita poi ad Auschwitz nell’agosto del 1944. Dopo essere stato scoperto, Schivo fu posto nella cella 108, dove era detenuto Antonio Scollo, arrestato nel giugno del 1944 in provincia di Lecco. Scollo fu spostato per cedere il posto a Schivo. Si rividero a Bolzano prima di salire sul convoglio T81 con destinazione Germania. Schivo morì a Flossenburg il 29/01/1945 dopo maltrattamenti, percosse e sevizie, mentre Scollo ebbe la fortuna di essere liberato dagli americani a Dachau.
Sul quel convoglio T81 viaggiava anche Teresio Olivelli, giovanissimo rettore del collegio Ghisleri di Pavia, arrestato il 27/04/1944 e proclamato santo nel 2018. Con loro c’era Eugenio Pertini che morì fucilato durante la marcia di evacuazione di Flossenburg nell’aprile 1945. Il fratello Sandro fece apporre nel 1970 una targa in sua memoria sulla struttura del crematorio.
Nel 1945 alcuni agenti che erano in servizio a San Vittore fecero una dichiarazione in merito all’arresto e alla morte di Schivo. Quello scritto fu ritrovato tra le carte della comunità israelitica trasferite nel 1996 presso l'archivio del Centro di Documentazione Ebraica contemporanea di Milano. 
Nel 2004 Giuliana, figlia di Clara Pirani Cardosi, leggendo la dichiarazione degli agenti si ricordò di quando andava a portare a casa di Schivo il pacco con il cibo e le lettere per la mamma e dichiarò: “soltanto oggi dopo 60 anni vengo a conoscere la sua tragica sorte e in un tumulto di emozioni e ricordi ho rivissuto i momenti drammatici di quei tempi bui”.
In memoria di tutte quelle persone, uomini, donne e bambini, che hanno lasciato queste mura per essere trasferiti in un luogo di morte.
AFG – SP

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