sabato 11 gennaio 2020

Rete 5G, più veloce e più rischiosa

Huawei, colosso telefonico cinese, vorrebbe fornire all’Europa la tecnologia necessaria per realizzare la rete 5G, l’internet ad alta velocità. Il Copasir, in un parere espresso al Parlamento il 12 dicembre scorso, ha espresso dubbi sull’acquisto di questa tecnologia dai cinesi. Secondo molti, non solo Donald Trump, c’è il rischio che Huawei, durante la configurazione delle apparecchiature, installi delle backdoor per spiare e ascoltare gli utilizzatori della rete, quindi, di fatto, la Cina sarebbe informata in tempo reale su tutto ciò che accade nel nostro Paese. Huawei Italia respinge le accuse, asserendo che Pechino non può obbligare per legge società private a sottomettersi al volere del governo. Restano tuttavia molti interrogativi in merito. In Europa pare che non ci sia stata una politica comunitaria di finanziamento allo sviluppo della nuova rete. Ericsson e Nokia, pur essendo in grado di fornire infrastrutture per il 5G, non hanno le dimensioni di Huawei e non sono competitive sui costi. La Merkel ha bloccato Deutsche Telekom che stava per firmare un contratto con i cinesi da oltre 500 milioni di euro. 
L’Unione Europea ha sottovalutato lo sviluppo di una realtà tecnologica così importante? 
Tutti i giorni sempre più app invadono la nostra privacy, quando le installiamo sui nostri smartphone ci chiedono di accedere alla nostra geolocalizzazione. Pur di non perder tempo, clicchiamo accetto, senza sapere come saranno utilizzati i dati che saranno raccolti. Perché una app di cucina deve avere accesso alla nostra posizione? Il Garante per la privacy stima che ci siano più di 80 app spia per ogni smartphone, che raccolgono e inviano quotidianamente informazioni a varie società. Chi sono queste società? Cosa fanno con i dati raccolti? Secondo Antonello Soro sarebbe necessario uno scudo digitale. Ad oggi non c’è nessuna legge che impedisca ad una società di Pechino di raccogliere dati in Europa, siamo sicuri di affidarci a loro per il 5G? Il carcere è un luogo sicuro da questi pericoli perché viviamo senza smartphone! Dopo l’11 settembre, per un po’ di sicurezza in più, che poi forse è solo presunzione, stiamo rinunciando ad un pezzo della nostra libertà. Quale dovrebbe essere il punto di equilibrio ragionevole?
DN – SP

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