sabato 11 gennaio 2020

Carcere, problemi e soluzioni

Magistrato, classe 1965, di Potenza, Francesco Basentini da giugno dello scorso anno è a capo dell’Amministrazione Penitenziaria, del DAP. Abbiamo letto una sua intervista a La Verità del 23/12/2019. Gli sono state rivolte alcune domande, anche in merito a episodi di aggressione a danno degli agenti di Polizia Penitenziaria, sulle celle aperte, sui detenuti con problemi psichici, sulla droga e sui cellulari negli istituti. Tutti temi di particolare importanza per chi direttamente o indirettamente vive la realtà carceraria. 
Le aggressioni sono situazioni particolarmente gravi che spesso hanno origine da motivi estremamente futili, da situazioni di stress e da scarsa educazione familiare oltre che scolastica. A nostro avviso, un numero maggiore di psicologi e educatori, unitamente a progetti d’inserimento dei nuovi arrivati negli istituti, contribuirebbe a ridurne drasticamente il numero. Le celle aperte, ovvero l’apertura dalle 8 alle 20, limitano drasticamente lo stress detentivo, ma quel tempo libero dovrebbe essere riempito con programmi di trattamento, studio, lavoro e sportivi, affinché nessuno possa rimanere nell’ozio e nell’oblio. Il carcere, per coloro che hanno problemi psichici, non è sicuramente il luogo più adatto. Quelle persone creano involontariamente malessere agli altri detenuti e sono un problema veramente serio anche per gli agenti che si trovano a dover gestire situazioni critiche, che esulano dalle loro competenze. Il legislatore dovrebbe occuparsi con particolare attenzione di questa tipologia di malati che, proprio per via delle loro patologie, possono arrecare sensibili disagi nel mondo esterno, ma anche in quello interno. Molti detenuti sono dipendenti da sostanze e/o dal gioco, per loro sarebbe essenziale un diverso trattamento, che miri al recupero della persona anche dal punto di vista medico e psicologico. I cellulari in carcere sono usati per commettere reati all’esterno, ma anche per sopperire a gravi mancanze affettive che talvolta si traducono in suicidi o in gravi problematiche familiari. In merito a quest’ultime una rivisitazione del numero dei colloqui, la creazione delle stanze per l’affettività e la possibilità di telefonare con maggiore frequenza, attraverso le infrastrutture tecniche penitenziarie esistenti, sarebbero strumenti che ridurrebbero le problematiche detentive e il numero dei cellulari abusivi. Siamo consapevoli che serve denaro per attuare qualsiasi iniziativa, ma, se osserviamo i dati dei penitenziari di altri stati, siamo certi che con il tempo sarebbe un risparmio assicurato anche per il nostro Paese.
AFG – SP

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