sabato 16 maggio 2020

Il tempo delle mascherine

Buongiorno a tutti, belli e brutti. La Nave va riprendendosi dalla bufera che l’ha investita e ognuno di noi marinai, mozzi e capitani siamo presi dai problemi che si accavallano nella mente. Uno di questi è la mascherina attaccata al viso, come fosse una rete per fermare quello squalo feroce che si chiama Covid. Serve? Non serve? Ti guardi in giro e vedi tante mascherine nere, come una grotta piena di pipistrelli, ma l’importante è averle e indossarle quando serve. Ci si guarda negli occhi, si abbozza un sorriso velato, anche se si riesce a malapena a respirare. Finalmente arriva l’ora d’aria e le mascherine spariscono come d’incanto, torniamo ad essere noi stessi. Chi corre, chi passeggia, chi gioca a carte, come se questo Covid esistesse solo all’interno del carcere e l’aria ci rendesse liberi in tutto. Appena saliamo, però, tutti indossano subito la mascherina e siamo di nuovo prigionieri in prigione. Arrivati in cella, la tieni come come fosse parte della tua prigionia. Tutto il resto è indecifrabile, si vive, si sopravvive. Un altro giorno è passato sulla Nave dei desideri. 
Ci restano solo i sogni, anche se, a volte, sono peggio della realtà.

Sergio Fini

Nessun commento: