sabato 6 giugno 2020

Addio e grazie di tutto

Cari compagni e care dottoresse, 
come ben sapete, il mio viaggio con voi è concluso e la mia prossima fermata è il porto San Pietro a Voghera. Ricordo ancora il mio ingresso nel reparto, mi sembra ieri ma sono già passati otto mesi. Avevo la testa di un ragazzino e non avevo voglia di fare mai niente, rifiutando l’idea di avere un reale problema. Ogni giorno qualcuno doveva venire da me a chiedermi di partecipare ai gruppi, ma la mia mancanza di fiducia non mi permettevano di accettare il vostro aiuto. Vorrei farmi perdonare tutti quelle volte che ho risposto male, trasmettendovi solo negatività e, soprattutto, tutte quelle volte che vi ho mandato a quel paese sottovoce. Oggi, dopo il tempo passato con voi, dopo le mie cadute e le vostre mani tese, ho capito che posso farcela. Ho imparato ad aspettare le cose al momento opportuno ed ho acquisito, grazie a quei corsi che un tempo ritenevo inutili, un insieme di competenze che mi hanno permesso di capire che voglio davvero cambiare la mia vita. Il 5 giugno uscirò, libero e voglio che sappiate che la mia libertà dipende dal mio percorso futuro. Materialmente e legalmente, sono libero, ma sono ancora schiavo di una sostanza e  dell’adrenalina. Solo il giorno in cui mi libererò davvero da queste cose, sarò veramente libero, libero di essere me stesso e di vivere una vita felice.
Vi ringrazio di cuore per la vostra pazienza e per la fiducia che mi avete accordato.
Vi auguro un cammino sereno e ricco di cambiamenti positivi.
Con affetto, il vostro compagno e pirata.

Tomek

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