mercoledì 15 luglio 2020

Emozioni contrastanti

La mia giornata di ieri è iniziata prestissimo, con tanta paura dopo essere stato svegliato dall’agente con la frase “El Khader, preparati che vai a processo”. In quel momento il mondo ti crolla addosso, senti una stretta allo stomaco, come quando si era bambini. Mi sono preparato e, dopo la colazione, mille pensieri ed emozioni contrastanti mi riempivano la testa. Ho preso coraggio e pensando che bisogna avere fiducia nella giustizia italiana, sono uscito dalla stanza. 
Siamo partiti da San Vittore con il classico pulmino e due chili di manette ai polsi. Arrivati al tribunale, mentre l’ascensore segnava il piano “meno due”, mi sono detto “Eccoci!”. Avevo brividi su tutto il corpo, le gambe tremolanti per la paura di affrontare il giudizio. Dopo qualche minuto, arriva il momento di salire in aula. MI stringo la cintura dei pantaloni e prego, dicendomi che andrà tutto bene. CI presentiamo al cospetto del giudice: tre o quattro parole del P.M. ed un paio del mio avvocato. Risultato, il processo è rinviato alla prossima settimana. Da un lato ciò mi ha rilassato, dall’altro, resta la preoccupazione per l’esito. Aspetto che i compagni terminino i loro preocessi e poi torniamo qui, fra le mura. Rientrato in carcere, trovo il lavorante ad attendermi con il biglietto per le videochiamate: posso chiamare mia figlia, “Polpetta” Maryam!
Corro subito immaginandola mentre mi aspetta col telefono in mano. L’assistente mi dice “Stanza numero 8, la chiamata è già collegata". Subito vedo il mio angelo col suo grande sorriso. “Amore della mia vita, ma quanto sei cresciuta?” Un’ora è volata e tante emozioni belle mi hanno fatto dimenticare la mattinata e dove mi trovo. Adesso devo solo aspettare il processo ed un altro colloquio con la mia “Polpetta”. Il più presto possibile.

Said El Khader

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