Qui dove sto adesso, si parla spesso di consapevolezza. Credo che sia un processo elaborato e un traguardo difficile da raggiungere. Qualche giorno fa, ci fu la visita del dr.Gherardo Colombo che ci mise davanti ad un dilemma: dove e come ci vediamo fra dieci anni? Beh, questo ha fatto scaturire una profonda riflessione in me, a tal punto che prima di proiettarmi nei prossimi anni, ho ragionato su quelli che sono stati gli ultimi dieci anni. Penso spesso a dieci anni fa, dove immaginavo di raggiungere l’età attuale con la mia totale realizzazione, sia in ambito familiare, sia in ambito lavorativo, anche perché non percepivo, o non volevo credere all’influsso negativo delle sostanze. Attualmente mi rendo conto che dopo dieci anni ho realizzato solo la metà di quello che avevo programmato e questo è da attribuire soprattutto all’uso di sostanze. Le sostanze hanno “impegnato” metà di questi dieci anni. Solo oggi facendo introspezione e ritrovandomi di nuovo in questa situazione, attraverso la vera sofferenza, il rimorso di non potere essere un padre presente nei momenti di difficoltà della mia famiglia, ho preso consapevolezza del mio problema, delle mie fragilità e dei punti da cui ripartire e superare, anche con fatica e sacrificio, determinazione e motivazione, i problemi che si sono verificati a causa dei miei abusi, problemi che nascondevo dietro l’uso della sostanza ma che riemergevano sempre. La cosa che mi fa più male è che ho sempre giudicato mio padre, ritenendolo poco presente e alla fine mi sono reso conto che anch’io, con le mie fragilità, somiglio molto a lui. Questa è la consapevolezza che mi spinge ad affrontare la mia patologia con la cura, per potermi dedicare a quello che finora ha solo ricevuto la metà di quello che potevo dare alla mia famiglia. Dopo un ottimo percorso comunitario durato due anni, ne sono uscito rigenerato. Avevo affrontato tutte le mie debolezze e paure, ero riuscito a recuperare quello che avevo sempre desiderato, cioè la serenità e la stabilità della mia famiglia, ma è stata sufficiente una notizia che non mi aspettavo per ricadere e trovarmi di nuovo a combattere contro la sostanza che si prendeva tutte le energie, ma in cambio offriva una tranquillità momentanea, metteva a tacere tutte le mie preoccupazioni mentali. Oggi sono consapevole e determinato a mettere fine all’uso di sostanze. La mia motivazione e il mio motore che mi spinge a continuare su questa strada è alimentato da mia moglie e il mio bambino, che oggi più che mai ha bisogno del suo papà che lo segue e gli sta accanto in qualsiasi momento. La benzina per alimentare questo motore è la mia stessa motivazione e consapevolezza. Quindi, da oggi e nei prossimi dieci anni lavorerò sul mio progetto partendo dalla cura di me stesso e portando a frutto quello su cui sto lavorando, riuscendo a dedicarmi completamente alla mia famiglia, al mio reinserimento sociale con la consapevolezza di dover avere a che fare con i pregiudizi e affrontando le avversità di persona senza pensare di risolvere con le sostanze, perché voglio essere una persona normale e libera. Questo lo devo soprattutto a me e al mio bambino. Adesso è arrivato il momento di una rigenerazione totale e finale. Questa, oggi, è la mia consapevolezza.
Luigi Cigliano
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