Va in pensione il Provveditore alle carceri, il Dr. Luigi
Pagano, per molti di noi il Direttore Dr. Pagano. Va in pensione un pezzo di
storia delle carceri milanesi e italiane. Primo tra tanti ad impostare, già
molti anni fa, un modello di carcere fuori dagli schemi, assolutamente
innovativo che metteva al centro la rieducazione, il trattamento ed il lavoro
intra murario nonché extra murario per le persone detenute, anzi per i ragazzi,
come diceva lui. Creatore del “modello Bollate” e sostenitore sino alla fine
della sua carriera del concetto che il carcere dovrebbe essere solo l'extrema
ratio, ma soprattutto un luogo, seppur restrittivo, in cui deve essere
investito del tempo, del lavoro degli operatori, oltre che essere un luogo di
lavoro e di formazione atta a colmare quelle lacune che inducono molti a
commettere reati, un luogo di reinserimento della persona nella società, un
luogo di umanità, insomma un carcere aperto al cambiamento. Tutti gli studi più
recenti a livello mondiale sul mondo carcerario dimostrano che è
necessario investire sul trattamento negli istituti di pena per ridurre la
recidiva e che i modelli americani, “Law and order”, sono fallimentari, oltre che molto più costosi per i contribuenti. Non serve costruire nuove carceri,
è un’utopia che non verrà mai realizzata per via appunto dei costi, ma bisogna far funzionare quelli esistenti. Ricordiamo con piacere gli ultimi anni della
sezione Penale di San Vittore, il vero Penale, in cui la maggior parte dei
detenuti usciva al lavoro esterno in Art. 21, ricordiamo Cico Monopoli
lavorante per anni in portineria che parlava sempre e solo di Milan, il grande
Don Luigi, il comandante Muscariello, il vice comandante Fusco, l'Ispettore
Procaccini con il suo portachiavi della Sardegna (spesso usato per “minacciare
di trasferimento” chi faceva casino), l'Ispettore Beautiful (che purtroppo è
venuto a mancare) e tutti i detenuti che lavoravano negli uffici del primo
reparto che aprendo la mattina davano vita a “Radio Carcere”, sempre in onda
per 365 giorni all'anno. La presenza del Dr. Pagano e la sua umanità erano
percepite in tutti i reparti, si è adoperato per risolvere le problematiche di
molti, anche a livello clinico seguendole in prima persona, pur con tutte le
carenze strutturali di un carcere antico e storico come San Vittore (il
modello Bollate in realtà era già attivo!). Questa lunga quarantennale carriera
lo ha visto inoltre entusiasta sostenitore della creazione del Reparto “La
Nave”, visto all'epoca, si parla del 2002, con circospezione dai molti, tanti
scettici, che trovavano il progetto privo di speranza. Grazie alla sua
determinazione ed ostinazione, insieme al Dr. Foà, alla Dr.ssa Bertelli e alla
Dr.ssa Pellegrini questa creatura è ad oggi e nel tempo diventata simbolo di
rinascita, rieducazione e riscatto per centinaia di persone che sono riuscite
ad affrancarsi dalla tossicodipendenza, spesso innesco di una bomba che portava
a commettere reati. Molte vite ritrovate, riconquistate, sane e felici. Oggi
dunque ci saluta l'uomo che ha creduto nelle persone e nel valore delle stesse,
in cui crede e sempre crederà, pur con l'amara consapevolezza che le cose
oggigiorno sono nettamente in contrasto con il suo pensiero, il pensiero di un
uomo che già molti anni fa aveva capito come gestire le strutture
penitenziarie.
Ciao Direttore
Stefano Piva
Pino
Puglisi
Lorenzo Zanoccoli
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