venerdì 20 dicembre 2019

Schiavi degli smartphone?

Siamo alle soglie del 5G, che assicurerà comunicazioni  ancora più veloci. Su qualunque mezzo pubblico sono veramente poche le persone che non abbiano in mano un telefono di ultima generazione. Recentemente abbiamo letto di una studentessa di Roma, Francesca Spanò, che dopo aver perso lo smartphone all’età di 16 anni, ha deciso di non comprarne uno nuovo, ma di regredire a un telefono senza internet. Secondo lei, la sua vita da persona disconnessa stava cambiando in meglio. Se riflettiamo sul nostro quotidiano, ci accorgiamo di dedicare una gran parte del nostro tempo, da quando apriamo gli occhi la mattina sino a quando ci corichiamo la sera, al telefonino. Dobbiamo costantemente verificare che non ci siano nuovi messaggi WhatsApp o nuove notifiche dai social. Viviamo una dipendenza tecnologica, mentre dovremmo provare a stare giornate intere senza essere online. Il neuroscienziato Manfred Spitzer parla di demenza digitale. Noi siamo cresciuti in un’epoca in cui esisteva solo il telefono fisso in casa e le cabine gialle dei telefoni pubblici che funzionavano esclusivamente con i gettoni telefonici. Oggi la  semplice telefonata, è diventata obsoleta. La comunicazione tra persone avviene tramite le app di messaggistica, mentre quella di massa tramite i social. Forse ci siamo dimenticati cosa sia il rapporto umano, una chiacchierata tra persone. Concordiamo con Francesca che dice che la noia, specialmente ai più piccoli, è necessaria perché stimola la creatività e l’immaginazione. E forse sarebbe necessaria tanta noia anche ai più grandi…
DN – SP

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