domenica 2 novembre 2025

La prima volta in galera



La mia adolescenza

La mia adolescenza non è stata semplice da affrontare. Ero molto giovane, la vita mi ha riservato tristezze e delusioni; sono cresciuto con mio nonno e mia nonna in un quartiere abbastanza malfamato di Milano, in Barona. Mi è sempre mancata la figura paterna e ho patito l’assenza di una madre, sono stato trascurato e  questo non mi ha dato modo di condurre una vita normale. Non avendo una famiglia unita, mi è sempre mancata la materia prima cioè l’affetto, l’amore, il calore di una vera famiglia, anche se in parte ricevevo questo dai miei nonni. Tutto ciò ha portato a chiudermi in me stesso, un trauma che ha influito molto nel mio cammino. Di notte mi capita spesso di fare sogni dove intravvedo mia madre e mio padre che mi stanno vicino. Il viso di mio padre sembrerebbe avere una mia somiglianza e quando cerco intensamente di avvicinarmi per guardarlo mia madre si allontana e nello stesso momento scompare anche lui. Così mi sveglio ansioso e triste e mi chiedo come sarebbe stata la mia vita con due genitori uniti, un’emozione che purtroppo non ho mai avuto la possibilità di provare, mi sarebbe piaciuto molto, magari oggi non mi ritrovavo in questa situazione, essendomi affidato alla strada, a quelli che credevo amici, ma mi rendo conto ora che hanno solo sfruttato le mie disgrazie e debolezze, illudendomi per l’ennesima volta di aver trovato il bene che poi bene non è stato.

Gabriele Maglione

Bianca assassina

Si chiama cocaina, e non altro che una rovina: appena la provi non sei più lo stesso di prima. La bianca assassina, letale come un parassita entra nella tua vita e non si stacca più come una calamita sembra riempire il vuoto che hai ma è solo un’illusione sembra risolvere ogni problema ma non è lei la soluzione sembra farti divertire in realtà è una finta emozione che s’impossessa del tuo cuore e non ti fa più credere  alle persone. Una vita in paranoia, con il sonno che non ti piglia e non trovi più una gioia. Ti dimentichi della famiglia, una vita notturna nella giungla senza battere ciglia, col fiato sospeso mentre fai fuori un’altra bottiglia e nel mentre pensi, nel mentre stai perdendo i sensi. Guardi gli altri felici e pensi che siano diversi quando in realtà è la tua vita che è piena di eccessi. La cocaina è un diavolo che fa brutti scherzi è bianca ma rende la tua vita nera, senza colori. Un tragitto pieno di cactus e spine dove non ci sono fiori. Una strega incantatrice che non ti porta altro che dolori. Non è una questione di soldi: o lasci stare o muori. E' una storia fatta di sogni infranti sulle panchine, di mille cadute e di mille sfide. La nostra storia è un film che capisce solo chi lo vive dove il drammatico inizio è l’inchiostro per scrivere il lieto fine.

Farouk Ennajeh   

La mia prima carcerazione

La mia prima volta che mi hanno carcerato fu a Rimini, ma mi portarono subito a Bologna visto che a Rimini non c’era il carcere minorile. Avevo fatto la direttissima e mi ricordo che il giudice mi disse se volevo andare in comunità e io gli risposi di no quindi andai in carcere. Fu una batosta per me perché non pensavo di entrare in carcere visto che era la prima volta che commettevo un reato. In carcere facevo tanti corsi perché erano obbligatori, visto che in cella potevamo stare solo per dormire, tra l’altro si mangiava in mensa. Eravamo tutto il tempo occupati ma è quando ci chiudevano che accadevano le brutte cose: chi si tagliava o chi bruciava e distruggeva le celle e tutto questo per fortuna l’ho vissuto solo per 6 mesi. Nel 2006 c’è stato l’indulto e in quel carcere eravamo rimasti circa 5 persone non definitivi, più tardi ho saputo che i miei non volevano che usufruivo dell’indulto e quindi mi mandarono in una comunità rieducativa a Pavia in messa alla prova per farmi estinguere il reato e nel 2009 finii tutto ma per sfortuna quello era solo l’inizio perché ci sono state altre carcerazione e spero che questa sarà davvero l’ultima volta.