mercoledì 29 gennaio 2020

Per qualche minuto in più.

L’articolo del Mattino di Napoli, riporta questo titolo : “Continua ad essere un problema l’uso del telefonino nelle carceri”. Certo si parla della realtà carceraria dell' Italia del Sud, ma teniamo presente che l'uso del telefono per parlare con i propri cari, è ancora limitato a pochi minuti in tutte le carceri italiane. Mesi fa, tenemmo un incontro alla NAVE con tre parlamentari di aree politiche diverse, per discutere dell'ampliamento del minutaggio. Siamo in attesa degli sviluppi che seguiranno e sembra che qualcosa si stia muovendo. Guardando alle realtà detentive europee, vediamo come in Francia e in Gran Bretagna, stiano sviluppando le linee telefoniche nelle stanze di pernottamento (celle, per i nostalgici), e, se andiamo un po' più lontano, scopriamo con stupore che negli Stati Uniti, alcuni penitenziari adottano persino i tablet!
Al costo di circa sessanta dollari, al detenuto viene consegnato un tablet, che può servire a comunicare con i propri cari, ma anche ad ordinare la spesa, piuttosto che venire convocato dall’ufficio comando o inviare e ricevere mail. Diciamo che l’uso è limitato alla sola fantasia, con un server che può controllare, per misura di sicurezza, ogni digitazione. Considerando la rigidità del sistema penale americano, direi che in un Paese garantista quale è l’Italia, potremmo valutare di restare al passo con i tempi. 
                                              
 AFG-AA

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