martedì 21 dicembre 2021

Che fatica!

Caro Oblo’, ma che te lo dico a fare, qui c’è tanto da faticare ed eccomi qua, anche se in realtà vorrei essere là. Ma quando sono là, vorrei tornare qua. Forse sto invecchiando, forse sto solamente maturando, ma che fatica questa vita, che fatica sta salita, e chi se l’aspettava tutta questa sofferenza forzata?  Non sto bene con me stesso, questo carcere è proprio un cesso, per fortuna che c'è la Nave e quindi, tanto vale navigare, sognare di tornare ad una vita normale. Che fatica senza sesso, senza amore, senza quell' odore, quel calore, mi fa tanto male il cuore e vorrei tornare dal mio amore. Che fatica ripensare ogni volta a quando, stanco di lavorare, volevo solo andare a rubare e guadagnare senza fatica, solamente perché mi volevo fare. Che fatica amare, che fatica odiare, che fatica controllare le emozioni, che spesso mi portano a fare brutte azioni, senza pensare alle reazioni dei miei cari che sono fuori. Qui non voglio più tornare, al più presto me ne vorrei andare, per fortuna sono sulla nave chissà se davvero mi potrà aiutare. Che fatica questa vita, ma questa volta ce la faccio, alla faccia di chi mi vorrebbe appeso al laccio ma non avranno questa soddisfazione. 

Vorrei svegliarmi al mare ma so che dovrò ancora faticare.


SARO RONZINO

Il pregiudizio? Una barzelletta!

Il pregiudizio è dare un profilo a qualcuno senza sapere niente di lui, come giudicare un curriculum di lavoro solo dalla foto, senza leggere il resto. Durante la mia infanzia, con un gruppo di coetanei, stavamo davanti al nostro garage. Ci divertivamo a prendere in giro le persone che passavano, esprimendo pregiudizi, anche se noi non sapevamo nulla di loro. Credo che tutto ciò sia da attribuire sia al mancato risultato dell’educazione base scolastica e famigliare. Noi eravamo bambini e sentivamo argomenti di pregiudizio dai nostri nonni o dai nostri genitori che, senza accorgersi di far del male anche a noi, passavano il tempo libero sparando un pregiudizio dopo l’altro. Tutto questo nasce dall’invidia, dalla mancanza di educazione e da una scarsa cultura. Ricordo una barzelletta legata al pregiudizio e all'invidia. C'è una famiglia con una madre e un figlio grande sulla trentina, il figlio è un muratore, lavora tutti i giorni per mantenere la madre. Ogni sera appena torna a casa trova la madre eccitata, gli parla di tutto quel che è successo tra i vicini di casa e di cosa hanno fatto, cosa hanno mangiato a che ora erano usciti, eccetera. Il figlio era stanco di sentire questi pettegolezzi, ma la madre pensava che gli piacesse ascoltare questi argomenti. In ogni caso, gli disse che aveva comprato una parabola televisiva potentissima, che le avrebbe permesso di guardare o ascoltare infiniti canali televisivi di tutto il mondo! Un pomeriggio, al rientro dal lavoro il figlio trovò la parabola smontata e impacchettata pronta per essere restituita. Lui le chiese il perché e lei rispose: figliolo ho cercato in tutta la lista dei canali, però  non ho trovato il canale della vicina di casa!

SANDAR

Un picnic contro il pregiudizio

 

Ricordo che all’età di otto anni, quando io, mia sorella Wafae e mio padre vivevamo insieme, c’erano tanti pregiudizi verso noi stranieri, forse per la nostra diversità oppure perché eravamo poveri,  oppure perche non avevamo i vestiti di marca e pure scadenti. Ero piccolo quindi non ci facevo caso. Nonostante tutto quello che mi è accaduto da bambino, voglio ricordare solo le cose belle cosi ho eliminato i ricordi della vita passata con mio padre. Vi voglio invece raccontare di una bella giornata passata con mia sorella, l’orgoglio della famiglia  nel vero senso della parola. Oggi lei è diventata una donna con due bellissime bambine e una Manager in una società dentro la base americana. Ricordo che a 9 anni nessuno ci prendeva in considerazione. Neanche a Pasquetta quando tutti i nostri coetanei si organizzavano per andare in montagna oppure in altri posti, così ci pensavo io a rallegrare la giornata. Andavo in un supermercato e facevo la scorta di dolci, biscotti, patatine e bibite. Le facevo una sorpresa e la costringevo ad andare in spiaggia dista almeno a 3 km, zaino in spalla con tutto il kit, compresa la radio. Ricordo che ci sedevamo sopra una  tovaglia dietro una grossa barca da pesca per non prendere vento, davanti a noi c’era il mare ma specialmente lo stretto e il vulcano da far da cornice alla splendida vista. Una volta consumato il nostro picnic giocavamo a tennis oppure raccoglievamo le conchiglie. Con poco riuscivo a rendere felice mia sorella e passare una giornata come tutti gli altri con gioia e serenità.

 Ben Hadda

I pregiudizi dei ricchi.


Oggi vorrei parlarvi del pregiudizio. Avendo avuto una famiglia povera e  allargata, fin da subito ho dovuto subire il pregiudizio della gente più ricca, bastava andare al mercato generale per vendere le buste di plastica  e la gente faceva subito attenzione al portafoglio. A quindici anni emigrai all’estero, prima tappa Dubai. La gente mi osservava  e stava lontano da me, non capivo il perché ma lo immaginavo. Andai in Grecia, volevo dormire in hotel e nonostante avessi i soldi mi rifiutavano, non so se fosse per i documenti oppure perche ero straniero. In Bosnia fui preso di mira perché, non avendo i documenti e non sapendo parlare la loro lingua, ci prendevano a botte specialmente nei campi profughi per il semplice motivo perche non ero del loro Paese. In Italia mi trovai bene  però anche qui ho avuto dei momenti difficili e di difficoltà, del tipo che bastava entrare in un supermercato, che avevo la guardia giurata sul collo, oppure andavo in discoteca e non mi facevano entrare, andavo in un bar e mi guardavano tutti con aria strana. Che posso dirvi, purtroppo sono nato in Egitto in più da una famiglia povera. Mi domando: chissà come sarebbe stato nascere in uno stato europeo e in più ricco...


ALI