Quando si comincia un tirocinio, si pensa sempre che saremo
noi, i tirocinanti, a portare qualcosa: nuove idee, entusiasmo, uno sguardo
fresco, divergente. Ma ancora una volta ho avuto la conferma che non è così: il
tirocinio è più di tutto un tempo in cui si riceve. Un tempo in cui si impara
dalle storie degli altri.
La verità è che siete stati voi, i marinai, a insegnarmi
tutto, con i vostri volti, le vostre storie e persino con i vostri silenzi.
Alla Nave ho imparato tanto e per questo non so davvero come
ringraziarvi.
Con voi ho imparato a stare. A non fuggire di fronte alla
fatica, al dolore, al dubbio.
Ho scoperto che dietro ogni parola c’è un mondo, e che
spesso quello che viene detto non è tutto ciò che si vorrebbe esprimere.
Ho imparato che certi silenzi valgono più di mille parole e a
non abbattermi quando qualcosa sembra difficile: è proprio quello il momento in
cui rialzarsi.
Ho compreso l’importanza di prendersi il proprio tempo per
capire, per accogliere, per riflettere, per ascoltare senza giudicare.
Ho visto come, anche nei luoghi più bui, segnati dalla
sofferenza, si può coltivare qualcosa di buono.
Ho imparato che la fragilità non è debolezza, ma una verità
che, se accettata, può diventare un punto di forza.
Ho imparato che per ogni persona, qualsiasi storia abbia attraversato,
c’è una possibilità di cambiamento, se davvero lo desidera, e che il
cambiamento non fa rumore, ma agisce in modo silenzioso e costante.
Alla Nave ho respirato un modo diverso di pensare la cura:
un approccio umano, vicino, mai distante. Ho visto professionisti che non si
limitano a fare un mestiere, ma che lavorano ogni giorno con autenticità ed
empatia. Un ringraziamento va proprio a voi, membri dell’équipe, che mi avete
accompagnata lungo questo percorso. Grazie per avermi accolta con disponibilità
e attenzione, per aver condiviso con me riflessioni, dubbi, strumenti. Mi avete
offerto uno sguardo professionale che porterò con me nel mio cammino futuro.
Porterò con me ogni volto, ogni parola, ogni gesto, ogni
momento di questo viaggio. E anche se oggi mi congedo da questo luogo, so che
dentro di me qualcosa è cambiato per sempre.
Ringrazio tutti voi marinai, chi c’è ora e chi oggi sta
proseguendo il proprio percorso altrove, per avermi accolto nella vostra Nave.
In particolare, voglio dire grazie a chi ha partecipato al
gruppo “Genitori e figli”: è stato un privilegio poter ascoltare frammenti delle
vostre storie e portarli con me, anche nel mio percorso di tesi. Senza di voi
non avrei potuto realizzare il mio progetto. Mi avete insegnato più di quanto possiate
immaginare.
Alcuni di voi ho avuto il piacere di conoscerli meglio,
altri meno. Ma vorrei sottolineare quanto ciascuno di voi sia stato importante
per me e per il mio percorso di crescita, personale e professionale. Partecipando alle attività ho ascoltato le
vostre storie, i vostri racconti, anche quando non erano rivolti direttamente a
me, e da ognuno di voi ho tratto qualcosa.
Oggi per me è tempo di andare. Lo dico con un nodo in gola,
perché si, ogni fine è simbolo di un nuovo inizio, ma chiudere un capitolo
della nostra vita fa sempre un po’ male.
Anche il cambiamento però è salutare e fa parte della
crescita. Per questo come frase del giorno, da appassionata Disney, vorrei lasciarvi
una citazione di Rafiki nel “Re Leone”: “I cambiamenti sono positivi… Il
passato può far male ma, a mio modo di vedere, dal passato puoi scappare oppure
imparare qualcosa.”
E io scelgo di imparare, portando un pezzo di ciascuno di
voi per sempre con me.
Grazie davvero, per tutto!
Irene