martedì 17 giugno 2025

Solidarietà

Mi ritengo una persona molto disponibile e sincera nell’aiutare gli altri, facendolo col cuore. Ricordo sempre il 27 febbraio, il giorno della mia carcerazione, non avevo nulla a parte i vestiti che indossavo; mi son dovuto arrangiare un po’ come potevo, anche perché non facendo colloqui, non avevo nessuno che potesse portare i miei vestiti. Ho trovato solidarietà tra detenuti che mi hanno aiutato chi con una maglietta, chi con una tuta. Fortunatamente sono riuscito a imbarcarmi in questa avventura dove ho trovato una equipe molto generosa da cui ho ricevuto sostegno sia nell’abbigliamento, che nell’affrontare le mie difficoltà. Sono molto contento di aver preso questa decisione, mi sto impegnando in questo mio percorso continuando a tener chiaro quello che posso fare per migliorare la mia vita. Qui alla Nave ho scoperto un ambiente accogliente e di aiuto reciproco.

Un' Amica Vera

Una Vita Normale

Ciao a tutti mi chiamo Ahmed e voglio condividere con tutti voi un piccolo pensiero: come vedo una vita normale. Da piccolo in Egitto insieme alla mia famiglia era sempre tutto meraviglioso; insieme e felici, per me è questo il concetto di vita normale ed è quello che voglio. Lo so, sembra che prenda tutto con leggerezza, ma è una maschera che uso per nascondere quello che in realtà c’è nel profondo del mio cuore: la tristezza e infelicità che ho causato a me stesso e alle persone che mi vogliono bene, come la mia famiglia. Prometto a me stesso di migliorare e curare la mia dipendenza, sono consapevole che sarà difficile e molto pesante, ma con tanto impegno arriverò al mio obiettivo e a una vita normale, con salite e discese, felicità e infelicità, tanti sacrifici, ma alla fine potrò dire: ce l’ ho fatta!

Ahmed Fouda  

Essere solidali

La Solidarietà

  

                                            Titolo….. la mia consapevolezza

Buongiorno a tutti, voglio condividere con voi questo mio pensiero.

Da quando sono salito qui alla Nave, ho riflettuto molto sul mio essere

sotto effetto di sostanza.

Continuo a chiedermi il perché, quando la vita è talmente bella e preziosa

da vivere ogni momento, non mi manca nulla per ottenere quel mio desiderio.

Con tanto sacrificio, coraggio e determinazione.

Non posso più sbagliare, tutta questa sofferenza mi ha fatto capire che

il vero Stefano può tornare una volta per tutte, eliminando i brutti ricordi.

Per il mio bene, ma anche e soprattutto per l’invalidità di mio fratello

e la perdita dei nostri genitori, che hanno lasciato un vuoto incolmabile in noi, quando io ero solo un ragazzo spensierato e felice. Cara mamma e caro papà, oggi grazie al mio percorso e alla disponibilità di tutte le dottoresse, mi sento più consapevole e deciso nelle mie scelte.

Per questo motivo la mia strada non sarà più la stessa, ma una nuova vita e un sogno che deve diventare realtà. Ringrazio tutti per avermi ascoltato.

 

Stefano Tolomeo

La mia coscienza, la mia motivazione e il mio sentimento

La droga nella mia vita mi ha, per la maggior parte delle volte portato a: negatività, delusioni e tristezza, tutte queste cose brutte che oggi, con lucidità, mi rendo conto di quanto oscuravano la mia vita. Non sono guarito e non so nemmeno se guarirò, però tutto ciò rafforza i miei pensieri in prospettiva. Mi guardo intorno e mi dico che non voglio più soffrire, non voglio più essere triste, non voglio più delusioni che dovute alla sostanza, non voglio più deludere, non voglio più vivere al buio. So che è dura e so anche che avrò bisogno sempre di aiuto, quello che non ho mai voluto da nessuno e che ora invece voglio. Voglio un cammino luminoso, una vita serena circondato da amore e da tutto quello che mi fa star bene e poter sfoderare tutta la mia positività, perché in fondo non sono cattivo, non sono come mi descrivono. Non sono solo un fascicolo, sono un uomo con tanta voglia di vivere, e per questo mi sento motivato a dare una svolta alla mia vita, per essere un padre e un figlio migliore. Le soddisfazioni crescono pian pano dentro di me, i miei compagni di cella mi fanno notare il mio cambiamento e lo fanno anche le dottoresse. Soprattutto la dottoressa Corti, quando si espresse con positività nei miei confronti, mi ha dato modo di continuare a crederci cambiando le mie giornate in positivo, per questo le ringrazio tanto per avermi dato la possibilità di affrontare questo percorso e ce la metterò tutta. Le soddisfazioni mi rendono vivo, mi danno la forza di andare avanti, riguardo e immagino il mio passato e rileggendo il mio fascicolo, penso che sia arrivata l’ora di accettare l’aiuto che mi stanno dando e me lo terrò stretto finché potrò grazie

Consapevolezza

                              

Il Rancore

 La parola rancore può essere usata in molte maniere, e in diverse occasioni.

Per quanto riguarda me, il rancore è come un fantasma che da sempre resta al mio fianco ,

sin da quando ho iniziato a capire, o per meglio dire, provare rancore

RANCORE, per non essermi potuto godere mia nonna paterna per l’incapacità

di alcuni dottori che le hanno accorciato la vita. Nonna Giacoma sei nel mio cuore per sempre!

RANCORE, per non aver goduto di una famiglia completa e normale, avendo un padre esuberante, al punto di aver perso il controllo della propria famiglia, anche se non gli attribuisco colpe perchè lui a sua volta aveva perso la madre .

RANCORE, per non essere stato abbastanza uomo, per mia madre a cui era crollato il mondo addosso….ma per la mia giovane età ed il mio dolore interno, non mi rendevo conto di quanto lei soffriva a sua volta per tutte quelle perdite. Mamma sei il mio piu grande amore!.

RANCORE, perchè una volta, abbastanza adulto da capire, non le sono stato affianco nel giusto modo, per il fantasma che mi perseguitava e tutto il dolore provato a mia volta.

RANCORE, perchè al posto di combattere il dolore ed il fantasma, li ho tacitati con un abuso sconsiderato e spudorato di qualsiasi sostanza stupefacente, di cui solo ora capisco l’inutilità .

RANCORE, per aver creato una famiglia mia con una donna bellissima ed altrettanto inteligente, G.C. che resterà sempre nel mio cuore, ma che per colpa delle sostanze ho perso con una rapidità incredibile.

RANCORE, ovviamente perchè dopo anni di amore e lavoro duro per costruire tutto ciò, la droga che uso sempre come una scusa me lo ha portato via ed il fastasma diventava sempre più grande .

[grazie giusi per tutto ]……………

Come sempre ringrazio tutti voi per avermi ascoltato, grazie Nave.

 

martedì 20 maggio 2025

Un amico vero

Guardare sempre avanti

Cogliere i segni, le cose che ci accadono e ci fanno fare il saltino di qualità; crescere e non stare fermo con la mente! Cercare di vedere noi stessi come vediamo le persone che ci stanno attorno, o meglio vedere noi stessi con gli occhi degli altri, cercare di vederci dall’esterno, così da cambiare o per lo meno modificare i nostri comportamenti o modi di essere. Non rimanere fermo ancorato al passato, riuscire a sentire e ascoltare le emozioni, ossia noi stessi, riuscire a tornare lì dove ci siamo fermati, lì dove è successo qualche cosa che ci ha segnati e ci ha lasciato delle tracce, rimorsi, cose non dette, cose negative tutto ciò che ci ha reso quelli che siamo, o ci ha impedito in qualche modo di essere, di crescere e di andare avanti; superare le cose che ci fanno star male, non vivere nello stesso loop e riflettere all’infinito sugli stessi errori già commessi più volte! È vero, non possiamo e non dobbiamo farcela da soli, abbiamo bisogno di prendere e cercare di avere tutti gli aiuti necessari, però il primo passo da fare è indispensabile che lo facciamo noi, bisogna crederci. Solo se ci credi veramente puoi farcela e riuscire a superare tutti gli ostacoli e le insidie. È dura, ma vale la pena avere e non perdere la speranza. Fatevi delle domande, ma non datevi le risposte, cercatele! Le troverete, mettete assieme le parti che formano il tutto. 

Pedro Gomes

La mia dignità

Quando sei in carcere, hai tanto tempo per pensare agli errori, alle belle cose, al passato e soprattutto al futuro. In carcere riacquisti i valori che hai perso fuori e ritorni ad apprezzare le piccole cose che fuori non contavano niente. Se potessi tornare indietro, sicuramente ascolterei e metterei in pratica quei consigli che ho sempre ignorato. Ho tanta rabbia con me stesso perché sono stato debole ed egoista, ho lasciato la mia compagna da sola, a breve dovevamo sposarci, ho lasciato mia madre che aveva tanto bisogno di me, mi sono sentito sempre forte, ma non lo sono per niente perché ho permesso a una polvere bianca di farmi perdere tutto, persino la mia dignità. Non potendo tornare indietro nel tempo, l’unica cosa che posso fare è rialzarmi imparando dai miei stessi errori cercando di essere più forte e di essere una persona migliore per poi, fuori da qui, iniziare una nuova vita e dimostrare a tutti e a me stesso che ce l’ho fatta.

C.F. Lacatena

L'indifferenza uccide

Penso che si possa essere indifferenti e no. Per esempio un giorno ero ospite di un mio amico italiano, era l’una di notte e io ero a letto e delle urla mi svegliavano: inizialmente facevo finta di niente e provavo a riaddormentarmi, ma quando le urla cominciavano a farsi più forti, non ho resistito e sono andato a vedere cosa stava succedendo nell’altra camera. Subito vidi altre due persone che stavano scappando dicendomi di andare via con loro perché c’era un altro ragazzo che stava per ammazzare il padrone di casa! In un primo momento volevo andarmene per paura, ma quando il ragazzo che stava subendo l’aggressione mi chiamò per nome, non riuscii a rimanere indifferente e a quel punto decisi di intervenire e vidi che stava reagendo a un coltello puntato alla gola, l’aggressore spingeva e io, subito, cercai di spostare il coltello, ma sfortunatamente mi colpì e mi prese alla pancia. Appena si accorse di avermi colpito, scappò e rimanemmo io e il mio amico, grazie alla mia non indifferenza, penso di averlo salvato, anche se in seguito io finii in ospedale e ci restai per una settimana con l’intestino perforato.

A. Khayal

Buio nella luce e luce nel buio

martedì 29 aprile 2025

Come se non ci fosse...

Quante volte abbiamo evitato di pensare o agire perché “non ci riguardava” o perché “non era affar nostro”? Rimanere indifferenti ci costa molto meno in termini di responsabilità, di impegno e non ci costringe a schierarci, non traspare il nostro pensiero, ci tiene fuori da qualsiasi fatica. L’indifferenza non è omertà, non è ripudio, ma è una “reazione”, secondo me, legata anche al nostro bisogno di rimanere indenni da ogni emozione negativa, ci si protegge pensando che quello che ci accade intorno non debba scalfire la nostra emotività. Tutto ciò che non vogliamo sentire o vedere è schermato da una barriera che ci protegge dall’elaborazione dei pensieri legati ai fatti. Eppure tutto ciò che ci spinge a rimanere indifferenti è proprio il nostro coinvolgimento, anche passivo, è il modo di pensarla a una certa maniera, sono le nostre idee e la nostra educazione. L’indifferenza è un’arma che adoperiamo anche per ferire, quando la usiamo con evidenza e vogliamo che sia captata come tale, oppure per attirare l’attenzione di chi ci sta vicino e crede che la tua indifferenza sia una reazione a qualcosa che lo riguardi e quindi se ne interessa. In ogni caso, l’eloquenza di questa reazione mette in luce un limite che non si vuole superare, una precauzione che però, a volte, ci rende vili.

 S. Catania   

Fregarsene

L'affettività

 Sul tema dell’affettività in carcere beh, se si intende la parola affetto o anche amore nel suo pieno significato su questo sono d’accordo, cioè, se un detenuto ha una moglie o una fidanzata anche in carcere può essere bello incontrarsi perché c’è un sentimento. Il sesso e l’amore sono due cose diverse per me. Non siamo animali e in carcere siamo trattati come tali; il solo sesso ok, ci starebbe, non dico no, ma senza affetto sarebbe solo uno sfogo per tenere più “calmi” i detenuti. Ok, ben venga e sono d’accordo, ma non parliamo di affettività, parliamo del diritto di “sfogare” un bisogno per chi non ha una compagna, insomma, sono a favore ma non la chiamerei affettività.

Fabio Montano 

 

Essere indifferenti

L'indifferenza


L’indifferenza è uno stato d’animo che ho subito molte volte nella mia vita. L' indifferenza di mio padre quando, caduto nel baratro, andai a chiedergli aiuto e ricevetti solo porte chiuse, indifferenza o il far finta, che io non avessi un problema con mia moglie e il portarsi dietro tutte queste cose portò solo alla rovina di un rapporto meraviglioso che sto cercando di recuperare grazie alla sua non indifferenza nei miei confronti. Anche io ho portato indifferenza nella mia vita nei confronti di mio padre, delle cose che mi diceva facevo l’opposto o proprio non ascoltavo, l’indifferenza di essere un uomo sposato e comportarmi come se non lo fossi senza assumermi le responsabilità che un uomo sposato dovrebbe prendersi. Penso che l’indifferenza sia uno stato d’animo che nessuno dovrebbe provare perché ricordati: aiuta che dio ti aiuta.

Domenico Simone

   


domenica 13 aprile 2025

Una vita normale

 Ho sempre fatto una vita normale fino a quando ho conosciuto la sostanza, da lì in poi mi si è stravolta la vita. Ho iniziato a fare uso di cocaina molto tardi, dopo la separazione con mia moglie. Avevo 33 anni e usavo la cocaina per non pensare e non stare male, ma pian piano mi sono reso conto che non riuscivo più ad uscirne. Da lì iniziò un incubo. Ho iniziato a perdere amicizie, hobby, lavori e soprattutto ho rischiato di perdere la cosa più cara che ho, i miei figli, per non parlare della salute e dei soldi. Mi sono reso conto di avere un problema serio, e che dovevo curarmi. In quegli anni di uso di sostanze non pensavo minimamente di arrivare a questo punto, pensavo fosse un gioco che mi aiutava a stare bene, ma ci sono cascato. Vorrei tanto tornare com’ero prima di toccare la sostanza, tornare a fare il padre, trovarmi un lavoro, ritrovare i miei hobby, insomma, tornare a fare una vita normale.

 Domenico Salemme

                                                                                

Il veleno del rancore

Daniele Romeo 

Le colpe che non ti perdoni

 Il volto della persona che più hai deluso ti guarda, ti sorride e ti dice una sola cosa: “finisci quello che hai iniziato” e ti sorride. Apri gli occhi e sei nel tuo letto, tutto è buio, guardi l’orologio, sbuffi. Ho dormito solo 1 ora, il nervoso imperversa, ti siedi e accendi una sigaretta. Le mani sul volto che sfregano e non riesci a fare altro che dirti: ”ha ragione, è solo colpa mia.” Non riesci a perdonare te stesso per i tuoi errori, figurati se lei ti perdonerà mai; non riesci ad andare oltre, esci con altre donne, vai per locali e giri per la città, ma niente riesce a colmare quel vuoto. Qualsiasi cosa parla di lei, ti senti un debole, il tempo passa, ma il dolore rimane sempre lo stesso. I sogni di tutte le notti sono i ricordi di quando l’hai fatta soffrire. Finendo la sigaretta, ti rendi conto che tutto può finire, ma con la vita che hai sempre passato, finalmente eri riuscito a darti uno scopo, a vedere un futuro ed era la cosa più importante della tua vita, ma ricordati che non è facile. L' orologio va solo avanti e non torna indietro, gli errori li hai fatti, cerca di non ricommetterli di nuovo in futuro e impara dal tuo passato, perdonando te stesso.

L' amore in carcere

 Io penso che fare l’amore in carcere sia una cosa giusta, sia per l’uomo e che per la donna che ti aspetta fuori, ma dipende sempre dalla condanna, aspettare qualche anno per me non è cosi difficile, ma se parliamo di  condanne molto alte lo sarà. Fare l’amore con la propria compagna in carcere sarà un aiuto per tenere la coppia più unita e non farla distaccare ancora di più. Anche in Marocco stanno provando a fare questa legge, perché è una nazione musulmana e sul corano c’è scritto che noi non possiamo stare troppo tempo staccati dalle mogli, e ci sono tanti casi di separazioni dalle famiglie per colpa della lunga carcerazione. Finisco dicendo che io posso pensare a qualsiasi cosa ma a decidere deve essere sempre la donna perché, se la ami, per lei vuoi solo la sua felicità.

La Famiglia

La mia dipendenza


domenica 23 febbraio 2025

Quale futuro per i miei figli?

Come i miei genitori che non volevano avere un figlio problematico, con problemi di droga e di giustizia, adesso sono io al posto loro, diventando genitore anch’io in un età fragile e non abbastanza preparato, ma il destino non siamo noi a sceglierlo. La loro paura sembrava pesante e adesso sono io al posto loro. Come i miei genitori, che hanno augurato a me tutto il bene di questo mondo, anche io lo auguro a mio figlio, e spero che il destino non sia così crudele come è stato con me. Sperando che presto io possa stargli vicino vedendolo crescere, sarò sempre al suo fianco e arriverà il giorno, quando sarà abbastanza grande, che potrà prendere le sue strade con le sue scelte, tenendo conto dei miei consigli e dei miei sbagli. Non posso dire che non ti ho mai fatto mancare niente direi una bugia, solo economicamente non ti è mancato mai niente, ma ti ho privato del mio affetto, il più grande sbaglio della mia vita. Spero con tutto il cuore che il tempo non ci separi a lungo e al più presto voglio essere insieme a te per darti tutto l’ affetto che meriti, mi auguro di tornare ad essere una famiglia, per un futuro migliore tutto dedicato a te.

Papà ti vuole bene, a presto!

 Iorda Bogdan                                                                                                                             

Cambiare si può

Il Rancore

 Ecco, oggi mi trovo a parlare del rancore, un sentimento che mette ansia, agitazione, malumore, un peso addosso che non sai come scaricare. Io mi ritengo una persona abbastanza rancorosa, ma sinceramente nella vita non ho avuto modo di trovarmi davvero faccia a faccia,ho sempre cercato di evitarlo, con difficoltà, prendendo altre strade, perché in fondo, nella mia persona, c’è qualcosa di più forte. Sono anche una persona che ama la follia, il divertimento ed essere felice andando sempre a mille! Mi piace ridere e scherzare perché credo che il sorriso di una persona sia una delle cose più belle. In questa carcerazione, abbastanza lunga e difficile, mi sono ritrovato a lavorare sulla mia persona, sulle mie tante criticità. Ho sempre avuto la forza di andare avanti, anche se tutto mi veniva contro e ad un certo punto mi sono ritrovato faccia a faccia con il rancore, credo per una serie di cose negative, non nascondo che fa parte delle mie giornate, fa parte dei miei pensieri, pensieri che non hanno via d’uscita, bui e scuri dove tutto sembra che si fermi e dove tutto il bello si trasforma! Quanta confusione nella mia mente, come se mi si spegnesse il cervello. Oggi mi tocca lavorare su questo sentimento che mi dà un enorme fastidio, guardo l’altra faccia della medaglia e trovo la parola perdono. Sono consapevole che è difficile perdonare perché il perdono lo vedo come una sconfitta, ma in fondo so che non è così e capisco perché le persone ci mettano tanto tempo a perdonare. Fa parte di un lungo lavoro psicologico, dove tamponare la paura di sbagliare a costo di stare meglio. Spero che presto uscirò da qui, spero che la situazione migliori e non mi faccia pensare alla negatività che è difficile da esternare. Tante sono le persone che vivono la mia stessa situazione. Auguro a me e a tutti voi di trovare una pace interiore.

La Famiglia

Buongiorno a tutti, sono Maurizio Iavarone e sto seguendo un percorso terapeutico al reparto La Nave, terzo raggio del carcere di S. Vittore a Milano, dove lavoro seriamente per me stesso con l’aiuto degli operatori e operatrici di questo reparto avanzato di cura. Grazie a loro partecipo alle attività, dove posso ascoltare le esperienze di altri pazienti, chi ha più o meno gli stessi miei problemi di dipendenza dalle sostanze, curo tutti gli aspetti legati all’autocontrollo e l’impulsività senza tralasciare i motivi che mi hanno portato in carcere. Mi stanno aiutando molto, qui posso riacquistare la lucidità che mi permette di ascoltare, parlare al momento giusto. Faccio di tutto per incamerare il più possibile da questo percorso detentivo, penso che non tutti i  mali vengano per nuocere. Sto alimentando una forte nostalgia di casa, dei miei valori affettivi, della mia famiglia e dei miei tre splendidi figli. Quando stavo fuori, davo tutto per scontato, li trascuravo senza rendermene conto, la loro mancanza la rimpiazzavo prendendomi troppe libertà, sfogandomi nel modo sbagliato al posto di trovare una giusta occupazione. Mi svagavo tra droga, feste e quant’altro, lo facevo perché mi donavano tranquillità, pensando i miei figli al sicuro,  a loro non mancava niente… Per questo devo tanto ringraziare la loro mamma, che li sta crescendo nel modo più giusto. Sono educati, intelligenti e rispettosi, questo anche grazie ai miei genitori che non fanno mai mancare il loro affetto e il loro supporto. Senza accorgermi che stavo rimanendo sempre più solo, stavo perdendo lucidità, non capivo che la vita che conducevo non mi stava portando a nulla di buono, niente di concreto, solo negatività. Tutto il baccano che facevo non mi permetteva di soffermarmi a riflettere sulle vera realtà della vita concreta. Stavo bene solo in quel poco tempo che passavo con i miei figli, nipoti e tutta la famiglia, di questo mi rimarrà tutto nel cuore, non c ‘è valore più grande di quest’affetto: l’amore per la mia famiglia. L’assunzione delle sostanze durante le serate freddavano i veri sentimenti che provavo, deludendoli e quindi per questo credo di continuare a curarmi per non rimanere più solo e non dare più delusioni, per recuperare me stesso, per poter dare un futuro migliore ai miei figli, alla mia famiglia e soprattutto a me. Non è vero ciò che è bello ma è bello ciò che è vero. Vorrei aggiungere, concludendo, che mi sto imponendo di convincermi che un rimedio per curarsi da queste sostanze che amplificano gli impulsi negativi, è tenere sempre il fuoco acceso con il calore che la mia famiglia mi trasmette. Questa, secondo me, è la migliore terapia che esista al mondo. Auguro a tutti, di vero cuore, di riuscire a sconfiggere questo demone che causa solo dolori. 

Maurizio Iavarone

Il mio cambiamento

Friden Guri 

Il mio Riferimento

È giunto il momento di parlare di te, tu che sei un mio punto di riferimento, di sostegno e sei anche chi io vorrei essere in un futuro. Un buon padre, che nonostante io abbia fatto invecchiare più velocemente del normale, con tutti i guai e i casini che ho combinato in giro, è sempre stato al mio fianco e lo è tuttora, cercando ogni volta di non farmi perdere la pazienza e la determinazione per la cura della tossicodipendenza, precisando che devo affrontare tutto questo per me stesso e non per mamma e papà. Sono convinto che se continuassi quel tipo di vita non andrei da nessuna parte, non arriverei a nulla. Tu riesci a farmi credere in qualcosa, che in un futuro io potrò essere un grande uomo come lo sei tu per me. Ti voglio tanto bene papà.

 Luca Donadio 

La finestra del rancore

Passo molto tempo affacciato al finestrone, in fondo al corridoio e provo un senso di forte rancore nei miei confronti perché sono qui dentro, ma provo anche rancore verso la gente che si è approfittata della mia dipendenza per farmi fare reati. Quando guardo da quella finestra, vedo la vita che va avanti e penso che quelle persone abbiano una vita normale, quindi se ce la fanno loro perché non dovrei farcela io? Sono una persona molto rancorosa, se mi fai un torto, me la lego al dito e prima o poi te la faccio pagare, è più forte di me. Provo rancore per i miei sbagli, per quello che ho fatto a mia moglie, tutte le bugie che chiamavo marachelle, ma provo rancore e sensi di colpa anche nei confronti di mio padre che ha sempre creduto in me e io, tutte le volte, deludevo tutti. Pensavo solo alla droga e a nient’altro, usavo mia moglie per farle chiedere soldi alla sua famiglia, se ci penso mi sento una merda per tutto quello che ho fatto! Ora che mi trovo qua, tutte queste emozioni negative stanno venendo a galla e faccio fatica a gestirle. Provo molto rancore verso me stesso anche se, a dire il vero, non mi conosco ancora.

domenica 16 febbraio 2025

Forza, Santo Padre!

Era tutto pronto per un appuntamento atteso da molto tempo: i detenuti della Nave incontrano il Papa! 

Il coro della Nave, il reparto avanzato del carcere di San Vittore dove vivono i detenuti che seguono un percorso riabilitativo per problemi di dipendenza, avrebbe partecipato a Cinecittà al Giubileo degli Artisti per esibirsi al cospetto del nostro carissimo Papa Francesco. Purtroppo il Pontefice ha dovuto annullare l'impegno per un ricovero cautelativo, imposto dei medici a causa di una grave bronchite. E non è ancora tutto. Il coro che si sarebbe esibito davanti al Papa comprendeva, oltre alle persone detenute, anche una  formazione ulteriore, composta da ex detenuti e pazienti del SerD: tutti con la partecipazione e il coordinamento dei volontari dell'Associazione Amici della Nave OdV, da anni impegnata a sostenere le attività del reparto dentro e fuori dal carcere. La stessa associazione aveva coinvolto nella trasferta anche un gruppo di giovani musicisti del Cpm Music Institute, la scuola di musica di Franco Mussida, a sua volta volontario nelle carceri da moltissimo tempo. Prima volta di un Papa negli studi ma anche una occasione rarissima per un coro di persone detenute. La notizia del suo ricovero e dell'inevitabile annullamento dell'incontro è purtroppo arrivata a San Vittore proprio al termine di quella che doveva essere la prova generale, nella tarda mattinata di venerdì 14. E i detenuti hanno immediatamente preso carta e penna. Ecco il loro messaggio al Pontefice.

"Amatissimo Santo Padre, siamo sinceramente addolorati dalla notizia del vostro ricovero in ospedale ma ci rendiamo conto della necessità di salvaguardare la vostra salute. Voi non vi risparmiate mai e i continui affaticamenti per starci vicino hanno reso necessario questo stop. Qui a La Nave era tutto pronto, non vedevamo l'ora di incontrarvi per condividere del tempo. Generosamente e senza filtri avete voluto renderci partecipi dell'evento preparato in occasione del Giubileo. La vostra salute viene prima di tutto. Vi preghiamo di non essere dispiaciuto e di pensare che siete presente nelle nostre affettuose preghiere, affinché vi rimettiate presto. Quando tornerete di nuovo in forze saremo felici di poter recuperare il nostro incontro, così da rivedere il Papa e il Papà forte che siete: a presto Santità". 

A noi non resta che dire A presto, Papa Francesco!


martedì 11 febbraio 2025

Il mio carcere

                                                                                                        

Predizioni

Il Rancore

  

I Personaggi

Ciao a tutti, voglio raccontarvi di questi personaggi, dei veri idoli per me. Li stimo molto perché questi personaggi hanno dei principi che dal mio punto di vista sono molto sani e giusti, principi che purtroppo con il tempo si stanno estinguendo. Oltre a questi principi hanno consapevolezza, autostima, forza di volontà, dignità,sono persone umili con sè stessi e con gli altri, hanno saggezza, insomma persone dritte con una strada senza curve e con una parola sola. in poche parole persone determinate. Come usiamo dire noi “delinquenti”sono proprio due cristiani e, devo dire che mi stanno insegnando molte cose, mi stanno aiutando molto a crescere e ad aprire gli occhi facendomi capire che per un ragazzo giovane come me qui dentro sta perdendo tempo e, che questa vita non porta a niente. Comunque per me sono delle persone stupende e vi confesserò una cosa: al di là del loro passato io, quando raggiungerò la loro età. vorrei essere come loro perché sono persone con dei principi veramente sani e soprattutto di cuore. Avrei voluto scrivere mille pagine su di loro però purtroppo li ho incontrati solo ora e conosco poco e niente di loro, mi basta questo poco per dire che siete due persone favolose. Penso proprio che abbiate capito tutti di chi sto parlando, sono Maurizio e Michele e ci tengo a dirvi una cosa, questa cosa che vi dico non è per leccare il culo o per fregarvi ma ve la dico con il cuore: VI VOGLIO BENE e vi auguro al più presto la libertà, siete i migliori. Grazie ancora per le vostre perle di saggezza che mi regalate ogni giorno.

GRAZIE MAURIZIO GRAZIE MICHELE

 Andrea Notarstefano                                                                                                                      

La difficile attesa

Quanto mi è difficile aspettare? Passo dei momenti dove non ci sto più dentro, dove non riesco a fermarmi e stare sul pezzo, portare pazienza e attendere quello che mi prospetta il futuro. Vorrei tutto e subito. Come nella tossicodipendenza, alla fine una cosa molto difficile da abbandonare, quindi mi chiedo cosa mi costa aspettare, mi chiedo come mai non ho questa pazienza? A dirsi è facile, ma per il sottoscritto la cosa è sempre stata difficile, com’è difficile non avere il controllo delle proprie cose o della situazione, il controllo di quando e come voler fare qualcosa. A questo giro spero col cuore che tutto questo diventi possibile, per me e per il mio futuro.

 Luca Donadio  

Friden in carcere

Ed eccoci qui, con il risveglio del mattino alle ore sette. Prima di tutto ringrazio me stesso che trovo la forza di svegliarmi la mattina presto, iniziando la routine mattutina: doccia calda e di corsa all’aria per mantenermi in forma con l’attività fisica, fino alle dieci, quando devo essere presente all’apertura de La Nave. Queste buone abitudini mi aiutano a cambiare e dimenticare le vecchie, mi permettono di riflettere sul mio futuro. Dopo la prima ora di gruppi, mi rifaccio la doccia e sono pronto a iniziare la giornata provando, ogni giorno, a essere presente e attivo, perché mi danno sollievo e mi fanno trovare nuove motivazioni alla cura, a volte mi capita di trovare delle difficoltà perché non ho riposato bene, tanti pensieri e mancanza degli affetti familiari. Tuttavia siamo nati pronti a combattere fino alla fine, ogni giorno della nostra vita. Arriva l’ora del primo gruppo, mi piace tanto ascoltare e osservare in silenzio le storie, la vita, le difficoltà, la depressione e l’attesa, l’indifferenza, la fatica di ognuno di noi qua dentro. Quando arrivo alla pausa pranzo, mi sono abituato a mangiare senza avere appetito, il più veloce possibile per essere subito puntuale al secondo gruppo. Ogni giorno è diverso dall’altro, impariamo con grande difficoltà a gestire e comprendere le problematiche che ti portano all’uso della sostanza. Facendo questo percorso troverò la forza e la speranza di poter migliorare tutti gli aspetti della mia vita, cambiandola in meglio. Non so più cosa dire se non “forza e coraggio”! Abbi fiducia in te stesso e non fidarti mai del cavallo degli altri, ma fidati soltanto del tuo.

Friden Guri

L'attesa e la felicità


Attesa, una parola che solo a pronunciarla mi mette ansia perché io sono uno che non sa aspettare, uno da tutto e subito e, se voglio una cosa, me la prendo con le buone o con le cattive. Saper attendere è un pregio che mi piacerebbe avere perché ti permette di riflettere di più su ogni scelta e a essere meno impulsivo sulle decisioni, giuste o sbagliate che siano! Per quanto riguarda la ricerca della felicità, non credo che io possa essere una persona felice dopo il mio trascorso. Punto più ad essere e diventare una persona serena e tranquilla. La felicità la vedo una cosa troppo pura e per chi ha peccato come ho peccato io, penso che non sia raggiungibile. Mi basterebbe la tranquillità e una vita serena e perché no, anche monotona perché so che se poi aavessi troppe cose da fare, non riuscirei a gestirle e quindi avere una ricaduta. 

Simone Di Domenico                     

  

Papà nel mio cuore

                                                                                                                   

martedì 21 gennaio 2025

Mamma