sabato 27 settembre 2025

Le Ali della Vita


Mi chiamo Alessandro, ho deciso di scrivere un pensiero, il quale forse, anzi, certamente, non avrei mai immaginato di scrivere. Ideato comunque con affetto e  da condividere con i miei ormai fratelli “marinai”, perche pur essendo un eufemismo ci troviamo sulla stessa barca, perdonatemi più consono il termine “sulla stessa nave”. Questo breve racconto intitolato “le ali della vita” è stato scritto per le mie bambine,le mie 2 ali, in questo momento 2 ali non al massimo della loro forma e “ampiezza” in grado di sorreggersi da sole a causa della mancanza di un loro forte punto di riferimento  “il papà”, ma con la presenza di una madre fantastica in grado di colmare questo “gap” nella maniera migliore, anche se in assenza del loro imprescindibile mezzo per proseguire  il volo, “il papà” appunto , ed essere completamente libere di volare nella loro incredibile maestosità. Non so se questa metafora sia funzionata, capita o percepita, ma il significato di tutto ciò è che senza le mie ali, si è interrotto provvisoriamente qualcosa di magico, una sintonia perfetta, una famiglia unita, con la speranza che questo fantastico “volo” riprenda al più presto, liberi di volare, ritrovando quella normalità di vita al momento perduta solo per colpa di papà, ma sono certo che ci ritroveremo al più presto, io e la mia famiglia “sul divano a parlar del più e del meno... a crescere bambini. In tutto ciò rimanere “seduto in disparte” fa molto male, ma come ha scritto Pappalardo la parola d’ordine è una sola “ricominciamo” e ricominceremo più forti che mai. Lo devo a me stesso, ma soprattutto a loro come marito e genitore. Nel frattempo giocate spensierate, sorridete,proseguite con impegno il vostro programma scolastico per poi la sera fare la nanna con la vostra amata mamma , che un giorno, un bel giorno papà tornerà presto, per proseguire questo viaggio fantastico chiamato “vita”. Il papà ha fatto degli errori che attualmente sta pagando, ma con tutto l’impegno, la forza, la riflessione e ascoltando parole e consigli di persone competenti proverà con tutte le sue forze a non cadere più in errore.  

Dedicato alle mie ali, Isabel e Penelope i miei piccoli cuoricini, il vostro papà vi ama e farà in modo che più niente e nessuno potrà mai più dividerci.

Il vostro papone.

Alessandro  Demolli

Rancore nei miei confronti

 Il rancore,che per definizione è un risentimento profondo covato a lungo e tenuto nascosto, lo serbo per me stesso. I sinonimi di rancore sono astio,malevolenza e addirittura odio.Fino a qualche mese fa, nonostante qualche lieve senso di colpa,gli errori che commettevo non mi sfiorava più di tanto. Ero sì consapevole che lo stile di vita che negli ultimi anni stavo conducendo non era dignitoso ma me ne sono sempre fregato e il rancore l’ho sempre serbato nei confronti dei miei genitori oppure nel confronto degli altri.Ma dall’8 Marzo del 2025 commisi un errore che non mi perdonerò mai nei confronti di una persona che pur avendomi portato al limite sbagliando gravemente con me non meritava comunque l’entità della mia reazione, nonostante avesse sbagliato e mi avesse ferito.Da quel momento cominciai a farmi profondi esami di coscienza , tormentandomi per l’accaduto e ad esaminare a fondo ogni mio difetto e le reazioni che avevo quando le cose non andavano bene o qualcuno non si comportava come avrei voluto o mi sarei aspettato.Da quel momento di qualche mese fa serbo rancore soltanto per me stesso.Tutt’ora che sono in carcere penso a come mi sono comportato nei confronti di quella persona, nei confronti della mia famiglia, conoscenti, amici ed anche a come ho trascurato me stesso. Sin dal primo giorno di detenzione non facevo altro che pensare a quella persona in ogni singolo momento della giornata provando davvero un grande risentimento, ovvero rancore, verso me stesso.Tutt’ora mi colpevolizzo ed analizzo come mai un ragazzo che fino a qualche anno fa conduceva una vita regolare, che si prendeva cura di se stesso, lavorava e non sfociava in determinati atteggiamenti, sia arrivato a comportarsi in tal modo.Se prima provavo sempre a giustificare gli atteggiamenti sbagliati o lo stile di vita fatto da eccessi sia a me stesso che agli altri, adesso ho acquisito la consapevolezza che non importa come le persone si comportino con me perché io posso e devo fare meglio, avere più pazienza, placarmi, ragionare di più e agire nella maniera più pacata e migliore possibile.Il percorso su me stesso partirà proprio dal rancore che provo su me stesso che, anche se mi logora, sono convinto che mi porterà a capire il modo migliore  come reagire alle difficoltà della vita e in che modo affrontare i comportamenti che io ritengo ingiusti nei miei confronti.Il rancore, dunque, mi sta facendo del male ma è da lui che ripartirà la mia rinascita per trovare un equilibrio sia nella mia vita che nei rapporti con la società.

Eduard Spanache

venerdì 29 agosto 2025

Il Giudizio

S. Catania   

L'indifferenza

Fra dieci anni

Prima di tutto, spero che fra dieci anni la salute sia come oggi, anche se da un po’ di tempo vedo un tantino male da vicino. Tra dieci anni ne avrò 57, sempre con lo spirito che mi porto da bambino, quindi sarà un lungo percorso pieno di fiducia e cura per me stesso. Finita questa bella esperienza alla Nave, che porterò sempre nel cuore, ringraziando tutti. Da libero continuerò a vivere nella casetta che mi hanno lasciato i miei genitori e ritornerò a lavorare al mercato, a vendere frutta e verdura con la stessa passione che avevo da ragazzino. Cercherò di risparmiare qualche soldo per comprarmi una macchina. Il mio sogno è una Mini Cooper, per girare in città sarebbe comoda anche una Smart e la versione cabrio sarebbe perfetta. Solo due posti ma sono deciso a prenderla. Condurre una vita raggiungendo i miei obiettivi con impegno senza mai abbassare la guardia, spero tanto di conoscere una compagna per dedicarci all’amore e al rispetto reciproco, viaggiare, ma soprattutto la voglio che non faccia uso di nessuna sostanza, perché io sono deciso a riprendere la mia vita in mano, e a soddisfare quel forte desiderio di diventare papà perchè mi manca questa stupenda emozione. Voglio provarla prendendomi cura di lui o lei e crescere insieme senza mai fargli mancare nulla. Insomma, come mi vedo tra 10 anni: non più da solo con la smart, ma con una macchina spaziosa con la mia famiglia, uniti perché non ci sarà più tempo per sbagliare, senza mai dimenticare che anche mio fratello ha bisogno di me.

Stefano Tolomeo  

Sono Gabriele

Buongiorno a tutti, sono Gabriele. Sono un ragazzo molto timido, chiuso, purtroppo quando ero bambino non avevo una famiglia unita e mi sono ritrovato a crescere senza un padre, di cui non conosco  nulla. Frequentavo le scuole elementari quando ebbi i primi problemi con mia madre, all’uscita della scuola mi ritrovavo sempre mia zia perché mia madre era presa da un uomo ed entrambi erano tossicodipendenti, così mi trascurava al punto di abbandonarmi dai nonni. Vi lascio immaginare come si sente un bimbo in quelle condizioni.  Per tutti i cinque anni di elementari ho sofferto sempre di più, vedevo i miei compagni all’entrata e uscita da scuola con la loro mamma e i loro papà ed io mi rattristavo e il pensiero era fisso: “come vorrei un abbraccio e un bacio appena fuori da scuola come tutti gli altri bimbi”. Non è sbagliato, non credete? Finite le scuole mio nonno mi iscrisse in una squadra di calcio chiamata Fides, mi piaceva molto giocare a calcio, mi impegnavo molto e a mio nonno piaceva venirmi a vedere, ma purtroppo con la vita che avevo intrapreso con le sostanze mollai tutto. Con i miei ex compagni di scuola ci ritrovavamo al parchetto a fumare le canne, che alleviavano le mie sofferenze ma allo stesso tempo non mi rendevo conto che davo dispiaceri a mio nonno. Così iniziai a entrare in un giro che mai pensavo mi avrebbe portato alla galera. 

Il Rancore

Provo un grande rancore nei miei confronti, per tutti gli sbagli che ho fatto nella mia vita. Nonostante tutti i consigli ricevuti dalle persone che mi vogliono bene, sono arrabbiato con me stesso, per tutti i torti che ho fatto. I soldi che ho fatto spendere per cercare di curarmi, non è bastato neanche il periodo forzato in Senegal per rimettermi sulla via giusta. Al mio ritorno in Italia ho continuato a perseverare nella condotta sbagliata, ignorando nuovamente i consigli dei miei cari. Provo vergogna per alcune situazioni che ho creato e che rimarranno sempre impresse nella mia mente. Ricordo quando mia madre mi beccò mentre fumavo, si è buttata letteralmente a terra piangendo, sembrava avesse una crisi epilettica. I miei genitori avevano già previsto che se avessi continuato così, sarei finito in carcere. Previsione ovviamente da me ignorata. Adesso che sono qui, riesco a riflettere lucidamente su tutto ciò che ho fatto, mi rendo conto che sono fortunato ad avere la possibilità, qui a La Nave, di intraprendere un percorso di cura che mi aiuterà a condurre una vita sana e non deludere più le aspettative dei miei genitori e magari potrò finalmente perdonarmi e non provare più rancore nei miei confronti.

Khadim Diop

domenica 3 agosto 2025

Il lavoro dopo il carcere

Una buona notizia: un nostro amico, ex ospite della Nave, ha trovato lavoro. Un momento di grande felicità per un evento che, tra l'altro, è garantito dall'articolo 4 della Costituzione. Un diritto come il voto, la casa o la libera espressione del pensiero. Ritengo il lavoro vitale per l’indipendenza economica, la dignità umana, il reintegro nella società, per sentirsi parte di qualcosa che valorizzi la propria giornata. Il lavoro assume un’importanza fondamentale per tutti, a maggior ragione per i nostri ragazzi che possono sperare in un futuro diverso quando trovano un'occupazione. Si tratta anche di condivisione nei discorsi tra amici e parenti… “Che lavoro fai?”, “hai trovato lavoro?”, “lo fai con passione?”. Ovviamente, occorre che la retribuzione sia proporzionata alla qualità e alla quantità del lavoro svolto, che non ci sia sfruttamento dell’individuo, in alcun modo. Solo con queste premesse potremo costruire un futuro sereno per i nostri ragazzi, per essere veramente liberi, per creare una società migliore. Chi trova lavoro è felice, così come è depresso chi lo perde, poiché perde un diritto. Non attribuisco importanza al tipo di occupazione, purché venga svolta al massimo delle proprie capacità. Il lavoro è un diritto che va custodito, rispettato e amato.  

Forza, ragazzi! Il futuro vi aspetta a braccia aperte! Ricordatevi, la vostra dignità è la base per la vostra felicità! Coraggio, il mondo vi aspetta!

Fabrizio Montinari

venerdì 25 luglio 2025

Ciao, Irene!

 Quando ho iniziato questo percorso di tirocinio, la fine mi sembrava lontana. E invece, eccoci qui: oggi è il mio ultimo giorno con tutti voi.

Ciao, Lucia!

  

Ci mancheranno.

martedì 17 giugno 2025

Solidarietà

Mi ritengo una persona molto disponibile e sincera nell’aiutare gli altri, facendolo col cuore. Ricordo sempre il 27 febbraio, il giorno della mia carcerazione, non avevo nulla a parte i vestiti che indossavo; mi son dovuto arrangiare un po’ come potevo, anche perché non facendo colloqui, non avevo nessuno che potesse portare i miei vestiti. Ho trovato solidarietà tra detenuti che mi hanno aiutato chi con una maglietta, chi con una tuta. Fortunatamente sono riuscito a imbarcarmi in questa avventura dove ho trovato una equipe molto generosa da cui ho ricevuto sostegno sia nell’abbigliamento, che nell’affrontare le mie difficoltà. Sono molto contento di aver preso questa decisione, mi sto impegnando in questo mio percorso continuando a tener chiaro quello che posso fare per migliorare la mia vita. Qui alla Nave ho scoperto un ambiente accogliente e di aiuto reciproco.

Un' Amica Vera

Una Vita Normale

Ciao a tutti mi chiamo Ahmed e voglio condividere con tutti voi un piccolo pensiero: come vedo una vita normale. Da piccolo in Egitto insieme alla mia famiglia era sempre tutto meraviglioso; insieme e felici, per me è questo il concetto di vita normale ed è quello che voglio. Lo so, sembra che prenda tutto con leggerezza, ma è una maschera che uso per nascondere quello che in realtà c’è nel profondo del mio cuore: la tristezza e infelicità che ho causato a me stesso e alle persone che mi vogliono bene, come la mia famiglia. Prometto a me stesso di migliorare e curare la mia dipendenza, sono consapevole che sarà difficile e molto pesante, ma con tanto impegno arriverò al mio obiettivo e a una vita normale, con salite e discese, felicità e infelicità, tanti sacrifici, ma alla fine potrò dire: ce l’ ho fatta!

Ahmed Fouda  

Essere solidali

La Solidarietà

  

                                            Titolo….. la mia consapevolezza

Buongiorno a tutti, voglio condividere con voi questo mio pensiero.

Da quando sono salito qui alla Nave, ho riflettuto molto sul mio essere

sotto effetto di sostanza.

Continuo a chiedermi il perché, quando la vita è talmente bella e preziosa

da vivere ogni momento, non mi manca nulla per ottenere quel mio desiderio.

Con tanto sacrificio, coraggio e determinazione.

Non posso più sbagliare, tutta questa sofferenza mi ha fatto capire che

il vero Stefano può tornare una volta per tutte, eliminando i brutti ricordi.

Per il mio bene, ma anche e soprattutto per l’invalidità di mio fratello

e la perdita dei nostri genitori, che hanno lasciato un vuoto incolmabile in noi, quando io ero solo un ragazzo spensierato e felice. Cara mamma e caro papà, oggi grazie al mio percorso e alla disponibilità di tutte le dottoresse, mi sento più consapevole e deciso nelle mie scelte.

Per questo motivo la mia strada non sarà più la stessa, ma una nuova vita e un sogno che deve diventare realtà. Ringrazio tutti per avermi ascoltato.

 

Stefano Tolomeo

La mia coscienza, la mia motivazione e il mio sentimento

La droga nella mia vita mi ha, per la maggior parte delle volte portato a: negatività, delusioni e tristezza, tutte queste cose brutte che oggi, con lucidità, mi rendo conto di quanto oscuravano la mia vita. Non sono guarito e non so nemmeno se guarirò, però tutto ciò rafforza i miei pensieri in prospettiva. Mi guardo intorno e mi dico che non voglio più soffrire, non voglio più essere triste, non voglio più delusioni che dovute alla sostanza, non voglio più deludere, non voglio più vivere al buio. So che è dura e so anche che avrò bisogno sempre di aiuto, quello che non ho mai voluto da nessuno e che ora invece voglio. Voglio un cammino luminoso, una vita serena circondato da amore e da tutto quello che mi fa star bene e poter sfoderare tutta la mia positività, perché in fondo non sono cattivo, non sono come mi descrivono. Non sono solo un fascicolo, sono un uomo con tanta voglia di vivere, e per questo mi sento motivato a dare una svolta alla mia vita, per essere un padre e un figlio migliore. Le soddisfazioni crescono pian pano dentro di me, i miei compagni di cella mi fanno notare il mio cambiamento e lo fanno anche le dottoresse. Soprattutto la dottoressa Corti, quando si espresse con positività nei miei confronti, mi ha dato modo di continuare a crederci cambiando le mie giornate in positivo, per questo le ringrazio tanto per avermi dato la possibilità di affrontare questo percorso e ce la metterò tutta. Le soddisfazioni mi rendono vivo, mi danno la forza di andare avanti, riguardo e immagino il mio passato e rileggendo il mio fascicolo, penso che sia arrivata l’ora di accettare l’aiuto che mi stanno dando e me lo terrò stretto finché potrò grazie

Consapevolezza

                              

Il Rancore

 La parola rancore può essere usata in molte maniere, e in diverse occasioni.

Per quanto riguarda me, il rancore è come un fantasma che da sempre resta al mio fianco ,

sin da quando ho iniziato a capire, o per meglio dire, provare rancore

RANCORE, per non essermi potuto godere mia nonna paterna per l’incapacità

di alcuni dottori che le hanno accorciato la vita. Nonna Giacoma sei nel mio cuore per sempre!

RANCORE, per non aver goduto di una famiglia completa e normale, avendo un padre esuberante, al punto di aver perso il controllo della propria famiglia, anche se non gli attribuisco colpe perchè lui a sua volta aveva perso la madre .

RANCORE, per non essere stato abbastanza uomo, per mia madre a cui era crollato il mondo addosso….ma per la mia giovane età ed il mio dolore interno, non mi rendevo conto di quanto lei soffriva a sua volta per tutte quelle perdite. Mamma sei il mio piu grande amore!.

RANCORE, perchè una volta, abbastanza adulto da capire, non le sono stato affianco nel giusto modo, per il fantasma che mi perseguitava e tutto il dolore provato a mia volta.

RANCORE, perchè al posto di combattere il dolore ed il fantasma, li ho tacitati con un abuso sconsiderato e spudorato di qualsiasi sostanza stupefacente, di cui solo ora capisco l’inutilità .

RANCORE, per aver creato una famiglia mia con una donna bellissima ed altrettanto inteligente, G.C. che resterà sempre nel mio cuore, ma che per colpa delle sostanze ho perso con una rapidità incredibile.

RANCORE, ovviamente perchè dopo anni di amore e lavoro duro per costruire tutto ciò, la droga che uso sempre come una scusa me lo ha portato via ed il fastasma diventava sempre più grande .

[grazie giusi per tutto ]……………

Come sempre ringrazio tutti voi per avermi ascoltato, grazie Nave.

 

martedì 20 maggio 2025

Un amico vero

Guardare sempre avanti

Cogliere i segni, le cose che ci accadono e ci fanno fare il saltino di qualità; crescere e non stare fermo con la mente! Cercare di vedere noi stessi come vediamo le persone che ci stanno attorno, o meglio vedere noi stessi con gli occhi degli altri, cercare di vederci dall’esterno, così da cambiare o per lo meno modificare i nostri comportamenti o modi di essere. Non rimanere fermo ancorato al passato, riuscire a sentire e ascoltare le emozioni, ossia noi stessi, riuscire a tornare lì dove ci siamo fermati, lì dove è successo qualche cosa che ci ha segnati e ci ha lasciato delle tracce, rimorsi, cose non dette, cose negative tutto ciò che ci ha reso quelli che siamo, o ci ha impedito in qualche modo di essere, di crescere e di andare avanti; superare le cose che ci fanno star male, non vivere nello stesso loop e riflettere all’infinito sugli stessi errori già commessi più volte! È vero, non possiamo e non dobbiamo farcela da soli, abbiamo bisogno di prendere e cercare di avere tutti gli aiuti necessari, però il primo passo da fare è indispensabile che lo facciamo noi, bisogna crederci. Solo se ci credi veramente puoi farcela e riuscire a superare tutti gli ostacoli e le insidie. È dura, ma vale la pena avere e non perdere la speranza. Fatevi delle domande, ma non datevi le risposte, cercatele! Le troverete, mettete assieme le parti che formano il tutto. 

Pedro Gomes

La mia dignità

Quando sei in carcere, hai tanto tempo per pensare agli errori, alle belle cose, al passato e soprattutto al futuro. In carcere riacquisti i valori che hai perso fuori e ritorni ad apprezzare le piccole cose che fuori non contavano niente. Se potessi tornare indietro, sicuramente ascolterei e metterei in pratica quei consigli che ho sempre ignorato. Ho tanta rabbia con me stesso perché sono stato debole ed egoista, ho lasciato la mia compagna da sola, a breve dovevamo sposarci, ho lasciato mia madre che aveva tanto bisogno di me, mi sono sentito sempre forte, ma non lo sono per niente perché ho permesso a una polvere bianca di farmi perdere tutto, persino la mia dignità. Non potendo tornare indietro nel tempo, l’unica cosa che posso fare è rialzarmi imparando dai miei stessi errori cercando di essere più forte e di essere una persona migliore per poi, fuori da qui, iniziare una nuova vita e dimostrare a tutti e a me stesso che ce l’ho fatta.

C.F. Lacatena

L'indifferenza uccide

Penso che si possa essere indifferenti e no. Per esempio un giorno ero ospite di un mio amico italiano, era l’una di notte e io ero a letto e delle urla mi svegliavano: inizialmente facevo finta di niente e provavo a riaddormentarmi, ma quando le urla cominciavano a farsi più forti, non ho resistito e sono andato a vedere cosa stava succedendo nell’altra camera. Subito vidi altre due persone che stavano scappando dicendomi di andare via con loro perché c’era un altro ragazzo che stava per ammazzare il padrone di casa! In un primo momento volevo andarmene per paura, ma quando il ragazzo che stava subendo l’aggressione mi chiamò per nome, non riuscii a rimanere indifferente e a quel punto decisi di intervenire e vidi che stava reagendo a un coltello puntato alla gola, l’aggressore spingeva e io, subito, cercai di spostare il coltello, ma sfortunatamente mi colpì e mi prese alla pancia. Appena si accorse di avermi colpito, scappò e rimanemmo io e il mio amico, grazie alla mia non indifferenza, penso di averlo salvato, anche se in seguito io finii in ospedale e ci restai per una settimana con l’intestino perforato.

A. Khayal

Buio nella luce e luce nel buio

martedì 29 aprile 2025

Come se non ci fosse...

Quante volte abbiamo evitato di pensare o agire perché “non ci riguardava” o perché “non era affar nostro”? Rimanere indifferenti ci costa molto meno in termini di responsabilità, di impegno e non ci costringe a schierarci, non traspare il nostro pensiero, ci tiene fuori da qualsiasi fatica. L’indifferenza non è omertà, non è ripudio, ma è una “reazione”, secondo me, legata anche al nostro bisogno di rimanere indenni da ogni emozione negativa, ci si protegge pensando che quello che ci accade intorno non debba scalfire la nostra emotività. Tutto ciò che non vogliamo sentire o vedere è schermato da una barriera che ci protegge dall’elaborazione dei pensieri legati ai fatti. Eppure tutto ciò che ci spinge a rimanere indifferenti è proprio il nostro coinvolgimento, anche passivo, è il modo di pensarla a una certa maniera, sono le nostre idee e la nostra educazione. L’indifferenza è un’arma che adoperiamo anche per ferire, quando la usiamo con evidenza e vogliamo che sia captata come tale, oppure per attirare l’attenzione di chi ci sta vicino e crede che la tua indifferenza sia una reazione a qualcosa che lo riguardi e quindi se ne interessa. In ogni caso, l’eloquenza di questa reazione mette in luce un limite che non si vuole superare, una precauzione che però, a volte, ci rende vili.

 S. Catania   

Fregarsene

L'affettività

 Sul tema dell’affettività in carcere beh, se si intende la parola affetto o anche amore nel suo pieno significato su questo sono d’accordo, cioè, se un detenuto ha una moglie o una fidanzata anche in carcere può essere bello incontrarsi perché c’è un sentimento. Il sesso e l’amore sono due cose diverse per me. Non siamo animali e in carcere siamo trattati come tali; il solo sesso ok, ci starebbe, non dico no, ma senza affetto sarebbe solo uno sfogo per tenere più “calmi” i detenuti. Ok, ben venga e sono d’accordo, ma non parliamo di affettività, parliamo del diritto di “sfogare” un bisogno per chi non ha una compagna, insomma, sono a favore ma non la chiamerei affettività.

Fabio Montano 

 

Essere indifferenti

L'indifferenza


L’indifferenza è uno stato d’animo che ho subito molte volte nella mia vita. L' indifferenza di mio padre quando, caduto nel baratro, andai a chiedergli aiuto e ricevetti solo porte chiuse, indifferenza o il far finta, che io non avessi un problema con mia moglie e il portarsi dietro tutte queste cose portò solo alla rovina di un rapporto meraviglioso che sto cercando di recuperare grazie alla sua non indifferenza nei miei confronti. Anche io ho portato indifferenza nella mia vita nei confronti di mio padre, delle cose che mi diceva facevo l’opposto o proprio non ascoltavo, l’indifferenza di essere un uomo sposato e comportarmi come se non lo fossi senza assumermi le responsabilità che un uomo sposato dovrebbe prendersi. Penso che l’indifferenza sia uno stato d’animo che nessuno dovrebbe provare perché ricordati: aiuta che dio ti aiuta.

Domenico Simone

   


domenica 13 aprile 2025

Una vita normale

 Ho sempre fatto una vita normale fino a quando ho conosciuto la sostanza, da lì in poi mi si è stravolta la vita. Ho iniziato a fare uso di cocaina molto tardi, dopo la separazione con mia moglie. Avevo 33 anni e usavo la cocaina per non pensare e non stare male, ma pian piano mi sono reso conto che non riuscivo più ad uscirne. Da lì iniziò un incubo. Ho iniziato a perdere amicizie, hobby, lavori e soprattutto ho rischiato di perdere la cosa più cara che ho, i miei figli, per non parlare della salute e dei soldi. Mi sono reso conto di avere un problema serio, e che dovevo curarmi. In quegli anni di uso di sostanze non pensavo minimamente di arrivare a questo punto, pensavo fosse un gioco che mi aiutava a stare bene, ma ci sono cascato. Vorrei tanto tornare com’ero prima di toccare la sostanza, tornare a fare il padre, trovarmi un lavoro, ritrovare i miei hobby, insomma, tornare a fare una vita normale.

 Domenico Salemme

                                                                                

Il veleno del rancore

Daniele Romeo 

Le colpe che non ti perdoni

 Il volto della persona che più hai deluso ti guarda, ti sorride e ti dice una sola cosa: “finisci quello che hai iniziato” e ti sorride. Apri gli occhi e sei nel tuo letto, tutto è buio, guardi l’orologio, sbuffi. Ho dormito solo 1 ora, il nervoso imperversa, ti siedi e accendi una sigaretta. Le mani sul volto che sfregano e non riesci a fare altro che dirti: ”ha ragione, è solo colpa mia.” Non riesci a perdonare te stesso per i tuoi errori, figurati se lei ti perdonerà mai; non riesci ad andare oltre, esci con altre donne, vai per locali e giri per la città, ma niente riesce a colmare quel vuoto. Qualsiasi cosa parla di lei, ti senti un debole, il tempo passa, ma il dolore rimane sempre lo stesso. I sogni di tutte le notti sono i ricordi di quando l’hai fatta soffrire. Finendo la sigaretta, ti rendi conto che tutto può finire, ma con la vita che hai sempre passato, finalmente eri riuscito a darti uno scopo, a vedere un futuro ed era la cosa più importante della tua vita, ma ricordati che non è facile. L' orologio va solo avanti e non torna indietro, gli errori li hai fatti, cerca di non ricommetterli di nuovo in futuro e impara dal tuo passato, perdonando te stesso.

L' amore in carcere

 Io penso che fare l’amore in carcere sia una cosa giusta, sia per l’uomo e che per la donna che ti aspetta fuori, ma dipende sempre dalla condanna, aspettare qualche anno per me non è cosi difficile, ma se parliamo di  condanne molto alte lo sarà. Fare l’amore con la propria compagna in carcere sarà un aiuto per tenere la coppia più unita e non farla distaccare ancora di più. Anche in Marocco stanno provando a fare questa legge, perché è una nazione musulmana e sul corano c’è scritto che noi non possiamo stare troppo tempo staccati dalle mogli, e ci sono tanti casi di separazioni dalle famiglie per colpa della lunga carcerazione. Finisco dicendo che io posso pensare a qualsiasi cosa ma a decidere deve essere sempre la donna perché, se la ami, per lei vuoi solo la sua felicità.

La Famiglia

La mia dipendenza


domenica 23 febbraio 2025

Quale futuro per i miei figli?

Come i miei genitori che non volevano avere un figlio problematico, con problemi di droga e di giustizia, adesso sono io al posto loro, diventando genitore anch’io in un età fragile e non abbastanza preparato, ma il destino non siamo noi a sceglierlo. La loro paura sembrava pesante e adesso sono io al posto loro. Come i miei genitori, che hanno augurato a me tutto il bene di questo mondo, anche io lo auguro a mio figlio, e spero che il destino non sia così crudele come è stato con me. Sperando che presto io possa stargli vicino vedendolo crescere, sarò sempre al suo fianco e arriverà il giorno, quando sarà abbastanza grande, che potrà prendere le sue strade con le sue scelte, tenendo conto dei miei consigli e dei miei sbagli. Non posso dire che non ti ho mai fatto mancare niente direi una bugia, solo economicamente non ti è mancato mai niente, ma ti ho privato del mio affetto, il più grande sbaglio della mia vita. Spero con tutto il cuore che il tempo non ci separi a lungo e al più presto voglio essere insieme a te per darti tutto l’ affetto che meriti, mi auguro di tornare ad essere una famiglia, per un futuro migliore tutto dedicato a te.

Papà ti vuole bene, a presto!

 Iorda Bogdan                                                                                                                             

Cambiare si può

Il Rancore

 Ecco, oggi mi trovo a parlare del rancore, un sentimento che mette ansia, agitazione, malumore, un peso addosso che non sai come scaricare. Io mi ritengo una persona abbastanza rancorosa, ma sinceramente nella vita non ho avuto modo di trovarmi davvero faccia a faccia,ho sempre cercato di evitarlo, con difficoltà, prendendo altre strade, perché in fondo, nella mia persona, c’è qualcosa di più forte. Sono anche una persona che ama la follia, il divertimento ed essere felice andando sempre a mille! Mi piace ridere e scherzare perché credo che il sorriso di una persona sia una delle cose più belle. In questa carcerazione, abbastanza lunga e difficile, mi sono ritrovato a lavorare sulla mia persona, sulle mie tante criticità. Ho sempre avuto la forza di andare avanti, anche se tutto mi veniva contro e ad un certo punto mi sono ritrovato faccia a faccia con il rancore, credo per una serie di cose negative, non nascondo che fa parte delle mie giornate, fa parte dei miei pensieri, pensieri che non hanno via d’uscita, bui e scuri dove tutto sembra che si fermi e dove tutto il bello si trasforma! Quanta confusione nella mia mente, come se mi si spegnesse il cervello. Oggi mi tocca lavorare su questo sentimento che mi dà un enorme fastidio, guardo l’altra faccia della medaglia e trovo la parola perdono. Sono consapevole che è difficile perdonare perché il perdono lo vedo come una sconfitta, ma in fondo so che non è così e capisco perché le persone ci mettano tanto tempo a perdonare. Fa parte di un lungo lavoro psicologico, dove tamponare la paura di sbagliare a costo di stare meglio. Spero che presto uscirò da qui, spero che la situazione migliori e non mi faccia pensare alla negatività che è difficile da esternare. Tante sono le persone che vivono la mia stessa situazione. Auguro a me e a tutti voi di trovare una pace interiore.

La Famiglia

Buongiorno a tutti, sono Maurizio Iavarone e sto seguendo un percorso terapeutico al reparto La Nave, terzo raggio del carcere di S. Vittore a Milano, dove lavoro seriamente per me stesso con l’aiuto degli operatori e operatrici di questo reparto avanzato di cura. Grazie a loro partecipo alle attività, dove posso ascoltare le esperienze di altri pazienti, chi ha più o meno gli stessi miei problemi di dipendenza dalle sostanze, curo tutti gli aspetti legati all’autocontrollo e l’impulsività senza tralasciare i motivi che mi hanno portato in carcere. Mi stanno aiutando molto, qui posso riacquistare la lucidità che mi permette di ascoltare, parlare al momento giusto. Faccio di tutto per incamerare il più possibile da questo percorso detentivo, penso che non tutti i  mali vengano per nuocere. Sto alimentando una forte nostalgia di casa, dei miei valori affettivi, della mia famiglia e dei miei tre splendidi figli. Quando stavo fuori, davo tutto per scontato, li trascuravo senza rendermene conto, la loro mancanza la rimpiazzavo prendendomi troppe libertà, sfogandomi nel modo sbagliato al posto di trovare una giusta occupazione. Mi svagavo tra droga, feste e quant’altro, lo facevo perché mi donavano tranquillità, pensando i miei figli al sicuro,  a loro non mancava niente… Per questo devo tanto ringraziare la loro mamma, che li sta crescendo nel modo più giusto. Sono educati, intelligenti e rispettosi, questo anche grazie ai miei genitori che non fanno mai mancare il loro affetto e il loro supporto. Senza accorgermi che stavo rimanendo sempre più solo, stavo perdendo lucidità, non capivo che la vita che conducevo non mi stava portando a nulla di buono, niente di concreto, solo negatività. Tutto il baccano che facevo non mi permetteva di soffermarmi a riflettere sulle vera realtà della vita concreta. Stavo bene solo in quel poco tempo che passavo con i miei figli, nipoti e tutta la famiglia, di questo mi rimarrà tutto nel cuore, non c ‘è valore più grande di quest’affetto: l’amore per la mia famiglia. L’assunzione delle sostanze durante le serate freddavano i veri sentimenti che provavo, deludendoli e quindi per questo credo di continuare a curarmi per non rimanere più solo e non dare più delusioni, per recuperare me stesso, per poter dare un futuro migliore ai miei figli, alla mia famiglia e soprattutto a me. Non è vero ciò che è bello ma è bello ciò che è vero. Vorrei aggiungere, concludendo, che mi sto imponendo di convincermi che un rimedio per curarsi da queste sostanze che amplificano gli impulsi negativi, è tenere sempre il fuoco acceso con il calore che la mia famiglia mi trasmette. Questa, secondo me, è la migliore terapia che esista al mondo. Auguro a tutti, di vero cuore, di riuscire a sconfiggere questo demone che causa solo dolori. 

Maurizio Iavarone