L’Oblò di ottobre è
dedicato alle problematiche inerenti le telefonate in carcere. Oggi chi si
trova detenuto può effettuare una telefonata a settimana ai propri cari, quindi
circa quattro al mese. Nel caso di genitori con figli inferiori ad anni 10,
previa richiesta, è possibile farne otto. Negli altri stati europei tali
limitazioni sono quasi del tutto assenti e ciascuno è libero di telefonare,
mediante una scheda telefonica personale, tutte le che volte che vuole senza
limiti di tempo e quantità.
Siamo quasi nel 2020,
alle soglie della rivoluzione comunicativa del 5G, ma in carcere, come spesso
accade, il tempo si è fermato. Siamo convinti che sia possibile mantenere vivi
e costanti i rapporti con le proprie famiglie, con i propri figli, senza
esautorare il carcere della propria funzione. La pena per il reato commesso
deve essere scontata esclusivamente dal condannato. Perché dover punire anche
chi non ha commesso il crimine, perché porre un limite agli affetti, a quella
parte migliore delle persone che potrà essere in futuro àncora della salvezza,
stimolo di cambiamento delle condotte di vita?
Non chiediamo
rivoluzioni digitali carcerarie, ma solo, attraverso le infrastrutture tecniche
già esistenti, di voler dare quei quattro click di mouse al software gestionale
telefonico per eliminare i vincoli attualmente in essere. Sarebbe di giovamento
a parecchie persone e soprattutto a quei molti bambini che, spesso, non
capiscono come mai i genitori sono sempre al lavoro…
AA&SP
Nessun commento:
Posta un commento