sabato 18 aprile 2020

"Io non sono razzista, ma..."

“Io non sono razzista, ma…”. Ma cosa? 
Oggi sono i poveri ad essere colpiti dal razzismo. Se in Italia sbarcassero nordafricani ben vestiti, con il portafoglio gonfio di carte di credito, si farebbe a gara ad ospitarli. Un esempio di ciò, sono i campioni dello sport, gli attori, le modelle e tutti quelli che appartengono al grande circo del successo- Se sei ricco, il colore della tua pelle, la tua religione, la terra d’origine, sono dettagli irrilevanti. Il povero di colore è disprezzato non perché nero ma perché povero! I reati d’odio razziale colpiscono un senza dimora su due. Perché? La spiegazione è difficile da digerire. La verità va ricercata nella struttura della società consumistica cui apparteniamo tutti, corpo e anima. Misuriamo noi stessi e gli altri in base ai nostri consumi, al nostro censo. Quando, per varie ragioni, perdiamo il nostro potere d’acquisto, perdiamo la nostra identità. Il povero precipita in un vuoto sociale, viene espulso dal sistema del consumo. Diventa un individuo non necessario, inutile, sacrificabile, indegno di pietà e comprensione. 
“Io non sono razzista, ma…” Hai ragione: sei molto peggio!

Eduart Mecani

1 commento:

Alfredo Simone ha detto...

Caro Eduart, non ti conosco ma credo che il tuo non sia un semplice sfogo ma parole dettate dall’esperienza diretta. In ogni caso, come che sia, trovo che tu abbia colto un aspetto molto importante della realtà. Uno slogan, di tanti anni fa ma sempre attuale, diceva: lavora, consuma e crepa. Proverò a precisare il mio pensiero senza ricorrere ad analisi “politiche”, o meglio cercherò di fare Un ragionamento che è comunque politica ma partendo da quella che secondo me è l’origine del problema, senza pretesa di enunciare verità assolute e tanto meno soluzioni facili. Io credo che una delle ragioni delle difficoltà che incontriamo oggi, e per la verità da tempo, sia dovuta al fenomenodell’urbanizzazione spinta, sottraendo risorse umane alle campagne, soprattutto ma non solo. Dico questo non solo sulla base di una convinzione “politica”, cioè contro il capitalismo, ma alla luce dell’esperienza del Rojava, la piccola realtà a nord/nord est della Siria, attaccata da tutti (Usa, Turchia soprattutto, ma non solo...) nata dall’incontro tra il pensiero di Oçalan, leader Kurdo del PKK da decenni chiuso in una prigione turca (grazie anche alla complicità italiana, ma questa è un’altra storia) e quello di Murray Bookchin, studioso statunitense libertario, cioè vicino al pensiero anarchico, soprattutto per quanto riguarda il rifiuto della delega. Ovviamente questo è ipotizzabile pensando a piccole dimensioni, non a caso
si parla di Confederalismo democratico, Ti copio un brano secondo me interessante: “ Nella sua pubblicazione Confederalismo Democratico [5], Öcalan presenta così questa forma di organizzazione sociale:
«Questo tipo di autorità o di amministrazione può essere chiamata amministrazione politica non statale o democrazia senza stato. I processi di decisione democratica non devono essere confusi con i noti procedimenti della pubblica amministrazione. Gli Stati amministrano mentre i popoli governano. Gli Stati si fondano sul potere, le democrazie si basano sul consenso collettivo. Il mandato nello stato è determinato per decreto, ma può in parte essere legittimato attraverso le elezioni. Le democrazie usano le elezioni dirette. Lo Stato utilizza la coercizione come un mezzo legittimo. Le democrazie si basano sulla partecipazione volontaria.
Il confederalismo democratico è aperto a tutti i gruppi e fazioni politiche. Esso è flessibile, multi-culturale, anti-monopolistico ed orientato verso il consenso. L'ecologia e il femminismo sono pilastri centrali. Nell'ambito di questo tipo di auto-amministrazione, un'economia alternativa diventa una necessità, aumentare le risorse della società, piuttosto che sfruttarle e così si fa giustizia rispetto alle molteplici esigenze della società.»

Bene, chiudo qui anche per non essere troppo invadente. Spero che possa di essere di qualche interesse e ti auguro ogni bene possibile! Alfredo