domenica 23 febbraio 2025

La Famiglia

Buongiorno a tutti, sono Maurizio Iavarone e sto seguendo un percorso terapeutico al reparto La Nave, terzo raggio del carcere di S. Vittore a Milano, dove lavoro seriamente per me stesso con l’aiuto degli operatori e operatrici di questo reparto avanzato di cura. Grazie a loro partecipo alle attività, dove posso ascoltare le esperienze di altri pazienti, chi ha più o meno gli stessi miei problemi di dipendenza dalle sostanze, curo tutti gli aspetti legati all’autocontrollo e l’impulsività senza tralasciare i motivi che mi hanno portato in carcere. Mi stanno aiutando molto, qui posso riacquistare la lucidità che mi permette di ascoltare, parlare al momento giusto. Faccio di tutto per incamerare il più possibile da questo percorso detentivo, penso che non tutti i  mali vengano per nuocere. Sto alimentando una forte nostalgia di casa, dei miei valori affettivi, della mia famiglia e dei miei tre splendidi figli. Quando stavo fuori, davo tutto per scontato, li trascuravo senza rendermene conto, la loro mancanza la rimpiazzavo prendendomi troppe libertà, sfogandomi nel modo sbagliato al posto di trovare una giusta occupazione. Mi svagavo tra droga, feste e quant’altro, lo facevo perché mi donavano tranquillità, pensando i miei figli al sicuro,  a loro non mancava niente… Per questo devo tanto ringraziare la loro mamma, che li sta crescendo nel modo più giusto. Sono educati, intelligenti e rispettosi, questo anche grazie ai miei genitori che non fanno mai mancare il loro affetto e il loro supporto. Senza accorgermi che stavo rimanendo sempre più solo, stavo perdendo lucidità, non capivo che la vita che conducevo non mi stava portando a nulla di buono, niente di concreto, solo negatività. Tutto il baccano che facevo non mi permetteva di soffermarmi a riflettere sulle vera realtà della vita concreta. Stavo bene solo in quel poco tempo che passavo con i miei figli, nipoti e tutta la famiglia, di questo mi rimarrà tutto nel cuore, non c ‘è valore più grande di quest’affetto: l’amore per la mia famiglia. L’assunzione delle sostanze durante le serate freddavano i veri sentimenti che provavo, deludendoli e quindi per questo credo di continuare a curarmi per non rimanere più solo e non dare più delusioni, per recuperare me stesso, per poter dare un futuro migliore ai miei figli, alla mia famiglia e soprattutto a me. Non è vero ciò che è bello ma è bello ciò che è vero. Vorrei aggiungere, concludendo, che mi sto imponendo di convincermi che un rimedio per curarsi da queste sostanze che amplificano gli impulsi negativi, è tenere sempre il fuoco acceso con il calore che la mia famiglia mi trasmette. Questa, secondo me, è la migliore terapia che esista al mondo. Auguro a tutti, di vero cuore, di riuscire a sconfiggere questo demone che causa solo dolori. 

Maurizio Iavarone

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