martedì 7 aprile 2020

Il (più) vecchio e il mare


30 marzo 2020, San Vittore. 
Buongiorno a tutti voi, buongiorno a tutti compagni presenti e non più presenti in questo reparto. Sono passati 21 giorni da quel maledetto 9 marzo 2020 che ha segnato in maniera indelebile il nostro reparto, il carcere di San Vittore e tutto il sistema carcerario italiano. La Nave – così si chiama il nostro reparto qui al terzo raggio - quel giorno è andata completamente distrutta. Distrutti anni di lavoro, di applicazione, di fatica, di gioie, di eventi, e anche ricordi di compagni nel corso del tempo sono passati, e a volte ritornati, in questo reparto di trattamento avanzato per la cura delle dipendenze.
Mi preme sottolineare ancora una volta che l’assalto è stato praticamente improvviso: noi “marinai” non eravamo a conoscenza dell’arrivo di un’orda di barbari che ha distrutto in breve tutto ciò che c’era da distruggere. Penso anche che non fosse una forma di protesta per le restrizioni dovute al coronavirus, ma un modo per distruggere qualcosa di bello e positivo creato e voluto da tutti i componenti dell’équipe, da tutti i detenuti che nel tempo hanno lasciato qui alla Nave parte della loro esistenza. Non voglio entrare nel merito della gravità degli atti. Voglio semplicemente esprimere lo sconforto, la delusione, il rammarico che ho vissuto il giorno seguente nel cominciare a pulire, a rimettere tutto in ordine, come buona parte dei miei compagni. La Nave quel 9 marzo è affondata. Ma da oggi, 30 marzo, con il virus maledetto che miete morte, dolore, disagio, voglio pensare positivo. Vogliamo darci una speranza: vogliamo riscattarci. E il nostro pensiero va anche a tutte le nostre intrepide donne dell’équipe, con in testa Graziella Bertelli, Laura Formigoni, Olga Picozzi, Barbara Moretti, Matilde Corti, Laura Vismara, la nostra infermiera Alda Pizzoni, e tutti i volontari che non ci hanno dimenticato.
Noi siamo pronti a ricominciare, voi siete da elogiare per il vostro impegno che va aldilà delle giustificate diffidenze sull’effettiva utilità del percorso di trattamento per noi dipendenti. Abbiamo combattuto, stiamo combattendo. E non ci spaventa più nulla.
Grazie per quello che mi avete regalato.
Il più anziano del reparto, Tiziano Scalzo, qui dal 15 dicembre 2017.

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