Ogni giorno il Nutellificio di Alba, in Piemonte, produce circa 300 tonnellate di crema, un dolce fiume impressionante che attraversa le epoche, con lo stesso spirito di passione e qualità, regalando momenti di piacere. Amata da milioni di consumatori, facendo sorridere grandi e piccini, continua a stupire con le sue innovazioni, senza mai subire variazioni e mantenendo l’unicità della sua ricetta, il suo odore e il suo sapore inconfondibile. Nasce in Italia 60 anni fa ed è distribuita in quasi 100 nazioni nel mondo. E’ la protagonista indiscussa delle merende e regina incontrastata della fame chimica. È mitica, unica e intramontabile e, personalmente, mi chiedo perché ci sia segnata la data di scadenza. Circa vent’anni fa, per Natale, mia madre mi regalò il super vaso da 5 kg, e io fui capace di finirlo in otto giorni. Da quel momento mia madre decise che, se avessi voluto la Nutella, me la sarei dovuta comprare e col passare degli anni mi resi conto di aver sviluppato una vera e propria dipendenza da Nutella oltre a quelle che già avevo. Sono un nutellomane e in questo momento mi sto disintossicando anche da lei. Ero un fanatico dei vasetti da collezione, malato per questa crema alla nocciola da spalmare, da prendere a cucchiaiate o a coltellate e così innamorato al punto di usarla anche nel sesso. Solo al pensiero le mie papille gustative vanno in solluchero e, anche se sono in preda a un desiderio irrefrenabile, sono ben consapevole che se ne abuserò mi verranno i brufoli. Dal primo contatto col palato, la lingua e la gola, si crea un godimento assoluto e tutto l’apparato digerente richiede quella dolcezza pastosa che vorrei non finisse mai. Toglietemi tutto ma non la Nutella perché con un cucchiaino di felicità la giornata sa di buono, sperando di non dover mai immaginare che mondo sarebbe senza Nutella.
Davide Visentin
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