Lunedì 25
Con l’arrivo e la permanenza delle alte temperature l’atmosfera si
trascina lenta, da un certo punto di vista è meglio così ma io mi
sento un po’ rallentato , non fisicamente ma mentalmente, forse le
forti emozioni degli ultimi giorni, forse un pochino la noia, dovrei
rimettermi a fare sport, secondo me sarebbe la scintilla necessaria
per svoltare. Si, ho deciso, ricomincio con l’attività fisica che unita
a quella mentale mi fa stare meglio, non che stia male ma …
manca quel non so che!
Mercoledì 27
Nonostante l’estate le attività proseguono, quasi, a pieno ritmo.
Per quanto l’avvio della mia attività fisica … da domani! un po’
come la dieta … inizia sempre “domani”, quindi per oggi mi
dedico all’Oblò. Vi svelo un segreto: i miei articoli non li batto al
computer e di conseguenza non verranno stampati sull’Oblò,
tranne l’ultimo che è capitato per sbaglio nelle mani di Jahlal che
lo ha battuto. La volta scorsa, intendo l’altra mia carcerazione qui
alla nave, essendo già allora referente dell’Oblò, avevo gusto a
trascrivere anche i miei pezzi, ma ora non so, mi piace scriverli, mi
diverto a leggerli ma non vorrei venissero letti, forse perché sono
un po’ “strani” e andrebbero letti da me, interpretati, o da chi mi
conosce di persona, altrimenti perderebbero di significato.
Comunque è uno dei tanti miei “trip”.
Ho accennato all’Oblò?! Bravi! Oggi è mercoledì! Ovviamente
abbiamo avuto, ospiti ormai di routine, i nostri amici giornalisti
Fabrizio, Pietro e Renato che commentano insieme a noi gli
articoli letti. Mi ha divertito molto quello di Federico sulle
“tecniche di corteggiamento” e, essendo un po’ “osé” Renato ci ha
suggerito di scrivere su questo tema per la prossima volta,
seguendo la stessa linea di Fede … un po’ “spinti”. Reputo che
siamo dei “signori” e che saremo capaci di produrre degli scritti
provocanti ma con eleganza e senza cadere nella volgarità … per
quanto mi riguarda lo sto già scrivendo mentalmente.
Venerdì 29
Venerdì, come da consuetudine ci sarebbe l’accoglienza ma non
abbiamo nessun “nuovo” da accogliere così abbiamo rivisto il
Docu-film “EXIT” che tratta della “nave”. L’avrò visto
tre/quattro volte ma ogni volta mi fa riflettere. Quando vedo i
miei ex compagni, le persone intervistate che intervengono, mi
rendo conto di far parte di un qualcosa di grande, di un mondo
fatto di attenzioni, pensieri e azioni pure. Tante persone navigano
attorno al nostro mondo e tutte hanno un solo obiettivo, mi sento
far parte di tutto questo e vorrei durasse, ideologicamente, per
sempre.
Martedì 2
Week end passato in serenità … piatta, il caldo tornerà? Siamo qui
pronti ad accoglierlo e a sconfiggerlo.
Oggi sono saliti dei nuovi compagni pronti ad affrontare insieme
un nuovo percorso … a proposito di nuovo percorso: avevo
accennato che avrei ricominciato con l’attività fisica, ecco, … da
domani!
Sabato 13
Eccoci qui! Allora … da dove comincio? Anzi, ri-comincio, eh si
perché da martedì la nuova parola d’ordine è “ri-cominciare”,
resettare tutto e ripartire con nuove prospettive e modalità
relazionali. Andiamo con ordine: questa lunga assenza di notizie è
stata la conseguenza di una chiusura di otto giorni dovuta ad una
cattiva gestione dell’impulsività e dei rapporti interpersonali, in
poche parole ci sono stati episodi che si sono trascinati negli animi
a causa di parole non dette. Il dialogo è importante, il dialogo
avvicina e aiuta a chiarirsi, fa anche scontrare ma se alla base
persiste un principio di educazione, rispetto e gentilezza può essere
costruttivo, fa in modo che non si trascinino malumori dovuti,
appunto, alle parole non dette. Parole non dette! Macinano
malumori, ingrandiscono malesseri e si trascinano fino
all’esasperazione.
Questa è una comunità, cervelli che ragionano in maniera
differente e questo deve essere un bene, una ricchezza, bisogna
sfruttare il fatto di avere pensieri diversi, messi insieme si potranno
realizzare grandi cose. Il tutto in assenza di giudizio. E’ importante
sentirsi liberi di esporre i propri pensieri, le proprie idee senza il
timore di venire giudicati come è altrettanto importante non
giudicare e mettere il prossimo in uno stato di totale leggerezza e
libertà di pensiero. Com’è che si dice? “il mondo è bello perché è
vario?” bene allora non dovrebbero esistere, sopratutto in
comunità ristrette come la nostra, discernimenti oltraggiosi verso
etnie differenti, catalogazioni dei reati o accanimenti morali verso
chi si espone; ma a parole siamo tutti bravi, io per primo! Esiste
però, secondo me, un sistema infallibile per aiutare ed aiutarsi a
rispettare il prossimo: ragionare prima su cosa farebbe male o
darebbe fastidio a noi, cosa non sopportiamo o non tolleriamo ci
venga fatto o detto; non si può essere amici di tutti, o andare tutti
d’accordo, sarebbe ipocrita ed irreale, ma si può scendere a
compromessi, anche con se stessi. Siamo tutti qui e questo è un
dato di fatto, siamo costretti a convivere anche se, nello specifico
di questo posto, l’abbiamo scelto, ci si deve incontrare, guardare,
perché non farlo con un sorriso? Qui vanno per la maggiore le
strette di mano, mani che incrociano vite differenti, mani di destini
lontani ma con un unico scopo, quello di allontanarci da quei
meccanismi che ci hanno portato qui o che ci riportano ogni volta.
Perché non stringere quella mano dandogli un senso? Siamo una
squadra e lottiamo per un’unica vittoria, siamo alleati contro una
sorte tetra, restiamo uniti per quel tanto che basta a vincere e poi
ognuno per la sua strada o chissà, ma qui conta l’unione e l’unione
non sarà mai tale se ognuno pensa unicamente al suo. Altra parola
di spicco è “gentilezza”. La gentilezza ha tante sfaccettature, tutte
positive. Quando ti poni con modi gentili difficilmente, anzi è
impossibile che il rimando non sia altrettanto cortese. In uno
scontro verbale se si assume un atteggiamento di disponibilità ed
educazione si produce automaticamente un effetto disarmante
contro chi attacca violentemente. L’uso di atteggiamenti gentili
risolverebbe molti problemi di convivenza. E poi la gentilezza non
costa niente, facile da usare e gratuita. Da non confonderla con la
sottomissione, essere gentili non significa essere più deboli o sotto
qualcuno. E’ un confronto tra pari, anzi la disponibilità, la
gentilezza e la cortesia possono aiutare ad arrivare ad un livello
superiore in un rapporto. Vedete dall’essere gentili con il prossimo
si arriva a portare rispetto è tutto legato da un unico filo
conduttore, avere riguardo e considerazione dell’altro aiuta anche
ad accogliere più intimamente se stessi. Ma poi, dico io, se bisogna
convivere non è meglio svegliarsi col sorriso ed addormentarsi
nella serenità?
Lunedì 15
Buon Ferragosto a tutti! Grigliata? VIETETISSIMA! L’idea era
quelle della solita grigliata di Ferragosto ma dopo “l’incidente di
percorso” non abbiamo reputato saggio chiedere il permesso,
L’aria è ancora calda. Così ognuno si è prodigato, nella propria
stanza, a ricreare quell’atmosfera di festa. Fumo ovunque, fumo
che usciva dagli spioncini,fumo buono, profumo di carne in tutta
la sezione, ma niente grigliata comune. È stata ugualmente una
giornata di festa all’insegna dell’amicizia e della serenità.
Mercoledì 17
Finalmente è tornato l’Oblò. La chiusura non ha permesso ne a
noi ne ai giornalisti e nemmeno alle dottoresse di svolgere le
attività.
Purtroppo il malessere morale non ha spinto tutti a scrivere,
anzi… solo due articoli. Il primo del nostro compagno Beppe che
descrivendo il suo posto del cuore ci ha fatto risalire su quei vecchi
treni a scompartimenti. È stato un bel ricordo. Il secondo il mio,
un po’ ironico sulle tecniche di corteggiamento e sentir ridere la
Dottoressa Laura a crepapelle mi ha riempito di gioia. A me piace
scrivere, scrivo tanto per i fatti miei. Penso che la scrittura serva
molto a rimanere attaccato alla realtà ma allo stesso tempo ti aiuti
ad evadere con i pensieri che lasci su un foglio bianco. Soprattutto
scrivere di se è un modo per imparare a conoscersi, ad ascoltarsi e
questo è solo un bene.
Sabato 3
Confesso … ho tralasciato un po’ il Blog, non me ne vogliate ma
avevo iniziato un progetto che mi ha occupato, fuori dalle attività,
la maggior parte del tempo. Tutta l’energia l’ho usata, o sprecata,
per scrivere un romanzo. È il secondo libro che scrivo, il primo
una biografia, ma è come se quando scrivo venissi assorbito corpo
e mente dai miei protagonisti. Questa è la storia di due adulti che
devono fare i conti con il problema della dipendenza. Lui,
Alessandro, usa cocaina, lei, Giulia, combatte con lui per
sconfiggere questo incubo. C’è un motivo del perché l’ho scritto:
vorrei che venisse letto da tutte quelle persone che vivono la
dipendenza in prima persona, non essendo propriamente loro
tossicodipendenti ma chi ha un amico, un parente o il proprio
partner schiavo della dipendenza. Attraversa stati d’animo,
conflitti relazionali e sottolinea l’importanza dell’amore.
Spero di essere riuscito nell’intento e vi farò sapere con che casa
editrice uscirà, sicuramente la stessa dell’altra volta, anche se non
becco un centesimo l’importante è averlo fatto. È difficile per me
portare a termine le cose, soprattutto se si tratta di progetti a lungo
termine, quindi … sono quasi guarito. Ciiieerto!
Scusate, torniamo a noi. Che giorni spettacolari. Dopo il
temporale esce sempre il sole e qui sta splendendo che è una
meraviglia. L’atmosfera è rilassata, la tensione si è disciolta e si
lavora con più armonia. Siamo a settembre e la settimana
prossima ricominciano i corsi seguiti dai volontari, contatto,
scrittura creativa, fumetto … non vedo l’ora. Contatto è un
gruppo guidato da Dario, ma non proprio guidato, Dario ci disse
dal principio che non si sceglie un argomento da trattare , ma si
“naviga a vista”. È un viaggio(questo è il modo in cui l’ho vissuto
io)che ti porta a riflettere sul perché davanti ad una scelta vieni
attratto dai “miraggi” che ti illudono la mente portandoti così ad
optare per la scelta sbagliata. Stando qui, piano piano, tutto mi
torna, ogni gruppo, ogni attività è orientata verso la comprensione
e l’assimilazione di concetti che ci aiuteranno un domani a fare la
scelta giusta.
“Scrittura creativa” invece ti da modo di immergerti nel tuo “IO”,
attraverso ciò che sei stato, che sei o che vorrai essere. La
Professoressa Luisa Ferrari ti porta con professionalità e serenità a
scavare dentro di te portando in superficie quei nodi che ti hanno
aggrovigliato l’animo fino ad ora, ma per rendere meglio l’dea
riporto l’introduzione dell’Antologia che viene realizzata ad ogni
fine corso con gli scritti dei partecipanti … “Il corso di scrittura?
Per tutta la vita!!! Ci si avvicina al corso un po’ per curiosità, un
po’ perchè si ha la passione della scrittura o forse solo per tenersi
occupati, mai si penserebbe di entrare in un mondo dove nessuno
giudica ciò che pensi e metti nero su bianco, un mondo dove sei
libero di esprimerti in tutta la tua totalità, un mondo dove inizi un
viaggio introspettivo che ti serve ad analizzare il tuo passato, il tuo
presente ed il tuo futuro con un’ottica differente dal solito giudizio
che hai di te stesso. E poi ti ritrovi di fronte a “Lei”, la nostra
professoressa! Paziente, simpatica, saggia, maestra di consigli ma
implacabile e temuta con quella sua penna rossa tra le dita a cui
non sfugge nulla. Si impara a tenere a mente il rispetto per chi ti
sta accanto, a non giudicare e a non temere di essere giudicati. In
poche parole un corso emozionale/rieducativo che consiglio a
chiunque senza la necessità di avere alle spalle un bagaglio
culturale ma la semplice voglia di mettersi in gioco tornando
anche un po’ bambini”.
Poi c’è il gruppo fumetto, che non so se torna la prossima
settimana, con Glenda, che dopo un’infarinatura sulle tecniche,
che pensavo non fossero così semplicemente … complicate, di
come si crea un fumetto, ti da modo di esprimere la tua fantasia
senza bisogno di essere capaci a disegnare. Ti porta con semplicità
e naturalezza a riportare su un foglio le tue emozioni, ma anche
qui per rendere meglio l’dea trascrivo uno scritto che avevo
realizzato per lei.. “hey, Ro’ e questa chi è?!”, “Bho! Dovrebbe
essere quella di Fumetto!”. “Si, credo anch’io, ma siamo nella
stanza giusta?”, “Bhè, credo di si , guarda lei che tipino, sembra
un Manga, uno scricciolo … carina, sembra simpatica”:
la Prof appoggia le gigantesche borse sul tavolo, “Salve a tutti! Mi
chiamo Glenda e sono qui per accompagnarvi in questo
meraviglioso viaggio”. Ora toccherebbe a noi presentarci ma
quella sua voce delicata e raffinata in linea con le sue movenze, ci
ha spiazzato. Mi immagino già una vignetta … lei così minuta che
entra con circospezione guardandosi intorno, guardinga, viene
assalita dagli sguardi degli orchi che si trovano rinchiusi qui
dentro. Vignetta sfumata sul nascere … lei non è diffidente e noi
non siamo orchi e poi anche un orco di disarmerebbe di fronte a
tanta dolcezza professionale. Mentre ci presentiamo con un tono
di navigata esperienza lei tira fuori il materiale, “Ecco, sette
matite, sette gomme, sette fogli …” … sette, sette, sette, ecco dove
l’ho vista! Si crede che siamo i nani. Distribuisce tutto e mi
ricompare una vignetta … provate a far sparire qualcosa da
questo materiale e per disegnare useremo i vostri ditini spezzati hi,
hi!. Mi desto dalla visione mentre sta iniziando a spiegare con
semplice chiarezza, come è composto un fumetto. Scopro un vero
mondo di rigorosa e dettagliata organizzazione. Un semplice
fumetto? Qui l’unica cosa semplice è il mio Q.I. … basic.. Mentre
spiega e rapisce la nostra attenzione, tradisce una curiosa
trepidazione … sta per calare l’asso, il suo pezzo forte, il cavallo di
battaglia, ci gira intorno ma quando stiamo ormai galleggiando in
nuvolette d’attesa, gioca il jolly:”RANCORE!” cioè, capisci?! Un
testo di Rancore. “Chi???” e chi è ???”, “appunto! Penso che sia
un suo parente, in quanto sua unica fan”, “Ma va, dai, lo conosco
anch’io”, “infatti … due fans”. Non curante dei nostri occhi a
palla, comincia a spiegare, attraverso paesaggi fantastici e draghi
come il testo della canzone illustri dettagliatamente tutto quello
che ci ha appena spiegato. Ormai ci tiene in pugno, altro che
corso di fumetto, questo è un vero e proprio rapimento. A tutti gli
effetti. Al secondo incontro ci lascia il campo libero facendoci
scegliere liberamente un tema da illustrare senza alcun bisogno di
saper disegnare. Ci ritroviamo immersi nel foglio e nei colori
magicamente, non curanti del giudizio degli altri. Lei
simpaticamente svolazza tra le postazioni … “svolazza???” l’ho
sgamata! È una fatina!”, “ha, ecco!”. Osserva i nostri lavori. Ci si
parla, si parla di tutto e da parte nostra c’è l’evidente intento di
non sgretolare quell’atmosfera di leggerezza che si crea. “Bella
questa casa!”, “hemm … veramente è un cane”, prende la matita
e in due semplici mosse trasforma la mia casa-cane in un cane-
cane. È facile!. Così passano i giorni ad aspettare il gruppo di
fumetto e tra uno scarabocchio e l’altro si arriva alla fine. Durante
il corso regala ad ognuno di noi una matita di quelle professionali
e l’ultimo giorno consegna ad ognuno un foglio con il rispettivo
nome in stile “Draw-up” che mi riporta a tempi lontani, sani..
Spero da parte nostra di averle lasciato un bel ricordo e di averle
restituito quei piccoli momenti di leggerezza che ci ha offerto con
tanta generosità. Consiglio a tutti di partecipare ai suoi gruppi e
vivere così un’esperienza, fumetti a parte, che può rafforzare lo
spirito di squadra e la capacità di relazionarsi con il prossimo.
Lunedì 5
Le Dottoresse sono andate in vacanza, giustamente, a fasi alterne.
Siamo sempre stati seguiti, ma ammetto, con un infantile
romanticismo, che adoro quando sono tutte presenti, mi piace avere la squadra al
completo!
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