È la domanda che ogni uomo si pone quando diventa padre, è naturale sperare il meglio per i propri figli, ma la realtà spesso non rispecchia i nostri sogni. Nel mio caso, il rapporto con mia figlia Giulia è stato complesso, la mia mancanza causata dalla privazione della mia libertà per gli errori che ho commesso, lasciandola in tenera età per poi ritrovarla già adolescente. Cosa difficile da poter spiegare, ma soprattutto da gestire già di per sé. Arrivando da un lungo periodo detentivo, la gestione delle mie emozioni non è stata facile e infatti tutto ciò mi ha portato a ri-sbagliare lasciandola ancora sola. Tutto questo mi ha portato per la prima volta a soffermarmi e riflettere con intensità su di me e mia figlia, sul suo futuro, questo anche grazie al percorso carcerario differente che ho deciso di intraprendere, capendo che in questo momento devo mettermi al primo posto per il suo bene, perché solo curandomi, cambiando vita e stando bene con me stesso potrò essere parte di un futuro sano per mia figlia, ormai diciottenne. Per me rimarrà sempre la mia bambina, ma se i miei occhi dovessero già vederla come una donna, vorrei immaginarla felice, una donna che realizza i suoi sogni, affermata nel suo lavoro facendo quello che più ama in modo da essere anche indipendente e che si crei una famiglia trovando un uomo che la sappia amare per quello che è, magari rendendola anche mamma e sperando che le sofferenze passate possano essere un punto di forza per lei. Ovviamente, affianco la donna che ho descritto, ci aggiungo la presenza di un padre che sta lavorando per cambiare, per essere presente e punto di riferimento per il suo futuro, magari un giorno dimostrando tutto ciò con i miei futuri nipotini. Grazie di esistere, amore mio.
Ti amo,
Papà
Stefano Andriano