Non potevo non dedicarti una lettera dopo quello che hai fatto per me.
Il 27 dicembre di 3 anni fa’ alle 15.30 il tuo cuore ha smesso di battere, io ero in comunita’ in promozione umana di Don Chino a Castione della Presolana a 1500 metri di altezza e c’erano -15 gradi. Stavo spaccando la legna e mi e’ arrivata la notizia del tuo decesso, io d’istinto ho chiesto subito le valige per correre giu’ a Milano all’ospedale Niguarda ma poi ci ragionai sù e mi dissi: ormai è andata non posso fare più’ niente, avrei potuto pensarci prima. Io li’ ero appena arrivato da circa un mese. Non conoscevo nessuno tranne due o tre persone e chiaramente dopo l ingresso in comunita’ non ti avevo ancora sentito perche’ il primo contatto avveniva dopo 6 mesi e quindi sono entrato e non ti ho mai più risentito. Iniziò l' inferno per me. Il 29 di dicembre sono sceso per il funerale, chiaramente toccata e fuga, poi tornai in comunita’ e l’ inferno continuo’, forse il periodo più’ brutto della mia vita. Dopo varie settimane e mesi di sofferenza , dolore puro e domande che mi facevo sul perche’ proprio a te, iniziai a rendermi conto e a metabolizzare quello che era successo e la mia testa inizio’ a viaggiare, i sensi di colpa mi perforavano il petto perche tornando indietro nel tempo ho iniziato a pensare e ricordare la mamma che sei stata per me e a quanto ti ho fatta soffrire perche’ adesso da lucido ed essendo padre capisco, capisco le tue notte insonni che andarono avanti per oltre dieci anni perche’ io ero in giro a fare lo scemo e tu, preoccupata e impotente, non sapevi più’ cosa fare, mi ricordo che tu in tutti questi anni più’ e più’ volte hai cercato di parlarmi ma io niente me ne sbattevo altamente perche’ per me la cosa più’ importante era la cocaina, poi oltre che a me ci si metteva anche mio padre che sicuramente in tutto questo non ti aiutava anzi… in pratica posso solo immaginare quanto ti sentivi sola. Prima di concludere, volevo raccontare un fatto che dia il senso della tua grandezza e bonta’ un fatto successo e che mi e’ rimasto impresso e mai se ne andra’ dai miei ricordi. Una notte ero a casa pieno di cocaina, tu chiaramente e come al solito sveglia a vedermi fare avanti e indietro tra camera da letto e bagno per andare a fumare, appena mi sono rimesso a letto, a fare come si dice in gergo la cotoletta, ti sdrai a fianco me nel mio letto e mi hai abbracciato da dietro stringendomi forte intanto mi accarezzavi senza dirmi una parola, subito dopo 15 minuti mi addormentai. Quel tuo gesto l’ho interpretato come un modo silenzioso,oltre per tranquillizzare me, per dirmi basta non ce la faccio più’ sono stremata. Adesso concludo dicendo e riflettendo sul dolore che hai provato per me e io mi chiedo se avessi provato solo un briciolo di dolore che hai provato tu per me non avrei retto un giorno e, mi girano anche le palle quando faccio la vittima e mi dico e penso alla mia sofferenza di adesso. Quindi la sofferenza che sto provando non e’ niente in confronto a quella che hai provato tu e, se adesso devo soffrire per ripagare tutto il male che ti ho fatto mamma, soffrirò con gioia. Tanti auguri grande mamma , non ti preoccupare so che hai fatto il possibile ed io faro’ il possibile per accontentarti, per guarire e per crescere Siria perche so che era e lo e’ ancora il tuo ultimo sogno, vedere tua nipote crescere con suo papa’.
Riposa in pace, mamma
Tuo figlio Stefano
Stefano Satriano